domenica 26 ottobre 2008

PENSANO SOLO A VENDERE....


Più che crisi parlerei di deleteria ostinazione a voler trovare ad ogni costo un modo indolore per far inghiottire il rospo all’intera cittadinanza e trasformare il diritto di superficie in diritto di proprietà nella zona PEEP, proponendo l’alienazione del territorio come unica terapia per far fronte alla loro ormai chiara, fallimentare gestione e quindi, al disavanzo di bilancio. Ormai non pensano ad altro, al punto di non accorgersi di quanto accade intorno. La Corte Costituzionale con sentenza n. 335 del 10 ottobre, ha dichiarato illegittime le norme in materia di tariffe per la depurazione idrica quando manchino gli impianti di depurazione o di potabilizzazione. La norma si applica anche quando gli impianti siano temporaneamente inattivi. E loro che fanno? Niente, si deve solo vendere!
È stata dichiarata, infatti, l'illegittimità costituzionale dell'art. 14, comma 1, legge 5 gennaio 1994, n. 36 (Disposizioni in materia di risorse idriche) e dell'art. 155, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 (Norme in materia ambientale), nella parte in cui prevedono che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti «anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi». La Corte Costituzionale parte da un presupposto semplice: poiché il canone di depurazione è un corrispettivo ad un servizio reso (e non un tributo), se non vi è il servizio, non può essere chiesto il corrispettivo.
Le conseguenze di questa sentenza sono di enorme importanza: innanzitutto, tutti quei cittadini che non abbiano fognature allacciate a impianti di depurazione (ovvero questi impianti siano temporaneamente inattivi) non devono più pagare il canone di depurazione. Ma, ancor più importante, anche le somme versate negli anni passati dovrebbero essere restituite a chi le ha ingiustamente pagate e per chi a tratti non le ha pagate, come nel caso di Gricignano, non dovrebbe a questo punto più pagarle. Partendo dal presupposto che il Comune di Gricignano per lunghi anni non era collegato ad alcun depuratore e che quando lo è stato, i depuratori stessi erano inattivi, come adesso per esempio, dove a lanciare l’allarme è lo stesso assessore regionale al ramo, Ganapini che sostiene che i depuratori sporcano, allora perchè non si chiede l’annullamento del provvedimento di riscossione emesso da “Acqua Campania”? Chi dovrebbe tutelare i cittadini? Ma questo evidentemente alla maggioranza non interessa o forse non è mai interessato, questo è purtroppo l’unico dato che emerge.
Gricignano di Aversa, 26.10.2008
F.to Sebastiano Della Gatta

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