martedì 30 ottobre 2007

DROGA E TERRORISMO, CELLULE A GRICIGNANO E CASTELVOLTURNO (CASERTA)

Frosinone - Grazie al lavoro portato avanti anche dalla Digos di Frosinone, coordinata dal vice questore Antonella Chiapparelli, sono emersi inquietanti collegamenti con esponenti del fondamentalismo islamico. Ci sono persone sospettate di riciclare i proventi del traffico di sostanza stupefacente per finanziare attività eversive in Italia ed all'estero. La sostanza stupefacente, hanno spiegato il Procuratore di Frosinone Margherita Gerunda ed il Procuratore della DDA di Napoli, Antonello Ardituro, entrava in Italia attraverso vari sistemi: da quello dell'ingerimento di ovuli del tipo 'bodypacks' all'occultamento dei carichi in merci di artigianato e pezzi di ricambio destinati all'industria metalmeccanica. La base operativa del sodalizio è stata individuata fra l'area nord della provincia di Napoli (nei comuni di Giugliano in Campania, Villaricca, Sant'Antimo e Caivano) e nella zona meridionale della provincia di Caserta (Gricignano d'Aversa e Castelvolturno. (29 ottobre 2007-17:04)(casertasette.com)

lunedì 29 ottobre 2007

CONFRATERNITA NIGERIANA IN STILE CLAN: ARRESTO A GRICIGNANO D'AVERSA

Gricignano d'Aversa (Caserta) - C'è anche un nigeriano domiciliato a Gricignano d'Aversa, Joel Uyi, 22 anni, con precedenti per tentata estorsione, tra le sei persone sono arrestate dalla polizia a Brescia: facevano parte di un'associazione criminale nigeriana, una specie di 'cupola' criminale che controllava prostituzione, droga, estorsione, clonazione delle carte di credito e favoriva l'immigrazione clandestina. L'operazione si deve alla squadra mobile che la notte scorsa ha eseguito sei ordinanze di custodia cautelare. Altre tre persone sono irreperibili e sono ricercate. Gli arresti sono stati eseguiti nelle province di Brescia, Torino e Caserta: qui hanno operato, per la cattura di Uyi, gli agenti della Squadra Mobile agli ordini del dottore Rodolfo Ruperti. L'associazione, spiegano gli investigatori, era una organizzazione di stampo mafioso su base etnica: un gruppo formato da confraternite studentesche nigeriane contro le quali lo stesso governo del Paese africano avrebbe sollecitato interventi. Era previsto un rito di affiliazione in cui gli affiliati bevevano del sangue; indossavano un abbigliamento di colore azzurro. Il gruppo organizzava spedizioni punitive contro bande rivali: la polizia ne ha sventata una che sarebbe dovuta avvenire tempo fa in provincia di Verona, utilizzando anche delle asce. Attraverso la clonazione di carte di credito gli affiliati acquistavano biglietti aerei che rivendevano a prezzi irrisori ai connazionali. E' infine emerso che almeno una parte degli acquisti veniva effettuata presso commercianti compiacenti.
CasertaSette.com

venerdì 26 ottobre 2007

CARO NAPOLITANO, LASCIACI TORNARE A VOTARE

Quale Governo, in un altro stato europeo, avrebbe il coraggio di restare in piedi se si trovasse in condizioni analoghe a quelle in cui oggi si trova la coalizione guidata da Romano Prodi? Proprio nessuno: ci metterebbero qualche giorno a verificare la comprovata e ormai irreversibile precarietà del suo stato e poi via, a casa, e anche di corsa. Ma l'Italia è un Paese fuori norma, che fa capo a sé, capace talvolta - ed è appunto questa l'esperienza che gli italiani da circa un anno e mezzo stanno vivendo sulla loro pelle - di fare politica e soprattutto di gestire le Istituzioni in modo troppo originale. Esce dalle urne una coalizione non solo talmente contraddittoria e composita da non avere nemmeno una linea politica, ma incapace anche di conquistare la maggioranza dei seggi al Senato, fatto assai sconveniente per Istituzioni che, come le nostre, assegnano la sovranità proprio al Parlamento.
E che importa? La cosa importante è non mollare il potere. E poi ci sono i senatori a vita che possono pur sempre fare da tappabuchi. Perché la priorità non è legiferare ma sopravvivere e nel modo che sappiamo. Purtroppo per noi.
C'è un magistrato che ha ricevuto l'incarico di svolgere un'indagine giudiziaria - centinaia di faldoni raccolti in un paio di anni di lavoro -nella quale paiono coinvolti, in qualche modo e sulla base di indizi che sono ovviamente ancora tutti da verificare, anche il presidente del Consiglio in carica e il ministro Guardasigilli? E che problema c'è? Usando strumenti del tutto legittimi perché previsti da leggi e procedure, il Guardasigilli si adopera perché l'inchiesta venga tolta al malcapitato, che poi può darsi che abbia anche qualche macchia nel suo curriculum.
Non pare che un fatto simile sia mai accaduto prima. Tanto che c'è da chiedersi: avete per caso un'idea di quante barricate si sarebbero subito alzate in Italia se il Governo Berlusconi, nella scorsa legislatura, avesse preso o comunque assecondato un'iniziativa del genere? Ma queste, del resto, sono solo due perle di una lunga collana di misfatti, di contraddizioni e di palesi inadempienze che il Governo Prodi è riuscito a inanellare durante questa sua già fin troppo lunga e, per molti cittadini, del tutto indigesta gestione delle nostre Istituzioni. Ripassarla tutta, misfatto per misfatto, è ormai addirittura inutile perché, stando agli ultimi sondaggi, almeno il 63% degli italiani ha ben chiara la situazione ed è solo in attesa di potere tornare a votare: un devastante aumento della pressione fiscale che ha raddoppiato il numero delle famiglie indebitate, uno sviluppo economico che è oggi il più basso d'Europa, spesa pubblica gonfiata a dismisura, sicurezza sotto zero e criminalità a 100. E poi, ai margini di tutto questo, una conflittualità continua ed esasperata di partiti, di fatto incapaci di trovare forme costruttive di coesistenza per la formulazione di programmi, leggi e riforme. Insomma, mille vere ragioni perché questo Governo vada a casa, diecimila perché si torni subito alle urne. Al più presto. Caro Presidente Napolitano, lasciaci tornare a votare.

Michela Vittoria Brambilla

Impre.co quello scippo con targa politica

La costituzione del Consorzio Impre.co fu salutata sette anni fa in maniera trionfale con una manifestazione che si tenne al Teatro Cimarosa di Aversa, alla quale partecipò l'allora Presidente del Consiglio Massimo D'Alema, invece le attività di questa entità si sono rivelate tutt'altro che un'occasione di sviluppo per il nostro territorio:
lontano dai clamori nazionali che vengono tributati ad altre vicende giudiziarie, la magistratura di Santa Maria Capua Vetere sta intervenendo in maniera incisiva, già prima lo aveva fatto anche la Corte Costituzionale, ciò che sta emergendo fa evincere delle pesanti responsabilità politiche, quella sinistra che spesso vuole dare patenti di onestà e legalità. Purtroppo il centro destra non è meglio. In carcere sono finite sei persone, avrebbero organizzato finte operazioni bancarie per un valore di 38 milioni di euro, realizzate con 124 bonifici per far risultare delle forniture fittizie nel tentativo di ottenere finanziamenti pubblici per 22 milioni di euro, parte di un'erogazione di fondi pubblici che doveva ammontare a complessivi 160 milioni di euro. Sono finiti agli arresti il commercialista Luigi Giangrande, 50 anni, residente a Lusciano, già presidente del consiglio di amministrazione del consorzio Impreco, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, reato contestato anche ad Achille Pagano, 59 anni, di Aversa, amministratore della Cogepi Spa; Leonardo Marzocchi, 45 anni, di Teverola amministratore della Edil Marzocchi; Umberto Colonna, di Napoli, residente a Roma, già dirigente della filiale di Largo Amico del Banco Napoli di Caserta l'uomo che dall'interno della banca avrebbe aiutato a simulare le operazioni bancarie; Domenico Di Martino, 53 anni, amministratore della Cogedim e Emilio Di Martino, 80 anni, padre di Domenico ed entrambi di Casaluce, l’unico a beneficiare degli arresti domiciliari a causa dell'età. A far scoprire tutto è stata la segnalazione di un funzionario del San Paolo Banco di Napoli al Servizio Ispettivo interno, avviata dopo la richiesta di svincolo della fideiussione dell’ingente somma di danaro. La magistratura ha disposto l'obbligo di dimora per i titolari di vari calzaturifici che sorgono nell'area industriale di Gricignano d'Aversa e Carinaro: Felice Gravino (Calzaturificio Gravino), Agostino Virgilio (Gi.Vi.), Vittorio Martire (Pavimar), Raffaele Concione (Coraf), Clelia Marinaro (Brecos), Giovanna Laudante (Bluink), Amodio Lecce (Italian Shoes), Angelo Di Martino (Dimagraf), Monica Fedele (Calzaturificio Europa) tutti residenti tra Aversa, San Marcellino e Carinaro, Ciro De Lucia, di Napoli (Masconf); Gennaro D’Ambrosio, di Caivano (Canali Srl); Gennaro Cassandro, di Qualiano (Prima Stagione); Nicola Vitale, di Varese (Tessil Saurer); Gennaro D’Alessandro, di Napoli (Vindal), Pasquale Mangiapia, di Pozzuoli (Carton Varz), Vincenzo Mazzola, di Casavatore (Global Corporation),; Raffaele D’Angelo, di Lusciano (Merif Pellami); Andrea Mazzella, di Napoli (Palmarola); Maria Rosaria Illiano, di Bacoli (Gruppo Margi) e Giuseppe Giusti, di Frattamggiore (Calzaturificio Liverpool). Per insediare le imprese aderenti al Consorzio Impre.co furono forzatamente espropriati dei terreni ai contadini della zona, della terrà che poteva produrre eccellenze agroalimentari ed incrementare un filiera del gusto e del buon mangiare è stata tolta a forza ai proprietari per fare quello che sta emergendo, questi sono i politicanti che ci ritroviamo. Successivamente la procedura adottata dal Consorzio Impre.co per espropriare i fondi di Gricignano per realizzare il cosiddetto Polo della Moda “Impreco” è stata dichiarata illegittima, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali alcune parti delle relative leggi regionali emesse ad hoc per compiere lo scippo. A sollevare la questione dinnanzi alla suprema corte era stato il Consiglio di Stato, davanti al quale era arrivata il contenzioso avviato dai proprietari dei fondi contro l'Asi, la Regione e Impreco, tre soggetti che avevano già avuto torto in primo grado davanti al Tar. In merito alle attività di Impre.co ci fu anche un'interrogazione parlamentare del senatore Coronella (An), in merito alla quale ci fu la risposta del Viceministro allo Svipluppo Economico Sergio D’Antoni, che così recitava: “Il 14 luglio 2006 venivano emessi due decreti di revoca dei finanziamenti a carico di due aziende del Polo della Moda situate sul territorio di Carinaro. Il successivo 20 luglio, la Guardia di Finanza avviava accertamenti per 22 società consorziate con l’accusa di truffa ai danni dello Stato. Sulla scorta dei verbali delle Fiamme Gialle, il ministero dava inizio alla procedura di revoca dei finanziamenti per 21 delle 22 società sotto indagine (per una si era già provveduto alla revoca il 14 luglio). Il 19 settembre le 21 aziende trasmettevano le proprie controdeduzioni alla Guardia di Finanza per le conclusioni di competenza, delle quali si è in attesa. Le opere dovevano terminare entro il 31 dicembre 2003, poi, per via di proroghe richieste dalle società consorziate, entro il 31 gennaio 2007, ma la scadenza non è stata rispettata. Relativamente alla validità delle leggi regionali che hanno consentito gli espropri dei terreni interessati, si attende il giudizio della Corte Costituzionale (che poi è arrivato ndr)”.
corriereaversagiugliano scritto da s.p.

giovedì 25 ottobre 2007

Bettamio: per il governo due giorni di fallimento totale, esecutivo da incubo

"Per il governo e la maggioranza e’ stata una due giorni di fallimento totale: prima la Commissione Vigilanza che sfiducia il Presidente della Rai, uomo di centrosinistra, poi la debacle di oggi in Senato sono fatti eloquenti dello stato comatoso in cui versa la coalizione di maggioranza". Lo ha affermato il senatore Giampaolo Bettamio, coordinatore di Forza Italia per l’Emilia Romagna. "E’ apprezzabile constatare come, in entrambi i casi il voto del senatore Francesco Storace e del suo gruppo sia stato importante. A questo punto si rende sempre piu’ necessario un cammino compatto per la condivisione di un fondamentale obiettivo: il termine di questa esperienza di governo da incubo".

venerdì 5 ottobre 2007

I TAGLI DEL GOVERNO? SOLO ALLA SICUREZZA


Non mi meraviglierei se presto anche ai poliziotti che, per meno di 1000 euro al mese, rischiano la pelle, venisse voglia di andare in piazza come Beppe Grillo. Le solite esagerazioni di chi vuole attaccare questo Governo? No, non si tratta di pregiudizi. I fatti li ha spiegati ieri Filippo Saltamartini, poliziotto del Sap (uno dei sindacati degli agenti): «Due mesi fa ci siamo tassati per ricomprare le scarpe ai colleghi di alcune questure in Sardegna. Le avevano sfondate e l'amministrazione non aveva i soldi per ripararle». E poi, rimostranze su volanti da rottamare, etilometri inutilizzabili, divise ordinate per risparmiare in Romania e confezionate con la scritta "Polizzia" (sì, una zeta in più). Per non parlare di poligoni fantasma, lumi massacranti retribuiti con qualche euro di straordinario. Nuove armi? No, perché, prima di consegnarle i fornitori chiedono di saldare fatture arretrate.
Ma c'è di mezzo anche il rinnovo del contratto (420 mila dipendenti della Pubblica sicurezza), per il quale l'amministrazione si è detta disposta a concedere un aumento di circa 8 euro netti al mese. Buoni per due chili e mezzo di pane. Eppure pochi mesi fa è stato siglato il nuovo contratto dei dipendenti pubblici, a questi tre milioni di impiegati è stato concesso un aumento di circa 100 euro al mese. A me sembra che l'ottusità di questo Governo abbia superato ogni limite. Ma è solo incapacità di vedere e affrontare i problemi per quel che realmente sono o c'è anche dell'altro? Le due cose insieme. Da un lato, la Tesoreria di Stato non ha esitato a tagliare, per il 2007, fondi per un miliardo di euro al ministero dell'interno, con la motivazione di un bilancio pubblico da risanare. Dall'altro lato ci sono partiti di questa coalizione che hanno un'idea esplicitamente "antagonista" per la sicurezza. Preferiscono invocare i diritti di chi delinque piuttosto che provvedere alle necessità di chi garantisce l'ordine pubblico.
D'altronde non aumentare la rete e le strutture di controllo per costoro è un vantaggio: altrimenti si potrebbero limitare gli eccessi delle manifestazioni di piazza, comprese quelle di no global e affini. E su questa scia si è andati anche oltre. Come ha fatto il ministro Ferrero, proponendo addirittura una legge che prevede il libero ingresso e soggiorno in Italia anche per gli immigrati clandestini. Con il risultato che sapete. Nel giro di pochi mesi, non solo il loro numero si è quadruplicato, ma è aumentata in misura esponenziale la presenza di organizzazioni e bande criminali straniere che ormai, anche per una manciata di euro, ammazzano chiunque. Fanno tenerezza gli annunci di Veltroni che, per cercare alla disperata di riguadagnare un po' di consensi, promettono di cambiare politica. Ma dov'erano quando questo governo ha deciso di tagliare i fondi alla polizia e di aprire le porte ai clandestini? Gli italiani hanno buona memoria. E lo dimostrano nei sondaggi - su questo ormai monocordi - dai quali viene una sola richiesta: basta con questo Governo!

Camera, Senato e Quirinale costeranno 53 milioni in più


Roma. Non sono riusciti a risparmiare alla Camera, e si sapeva. Neppure al Senato, anche questo è stato detto. Ma la parola tagli è impossibile da pronunciare anche al Quirinale, a palazzo Chigi e in tutti gli altri organi di governo. E’ quanto emerge dalle tabelle allegate alla finanziaria sui costi dei «palazzi» e anticipate ieri dal quotidiano Italia Oggi. Dai bilanci interni delle istituzioni dello Stato risulta che le promesse sul risparmio dei costi della politica sono solo sogni.

Il funzionamento degli organi costituzionali costerà il prossimo anno ai cittadini 3,23 miliardi di euro, con un aumento, nel 2008, di oltre 121 milioni di euro: in percentuale, corrisponde al + 4%. Sfiora il 3% l’innalzamento di spesa alla Camera, è superiore al 4% quello di palazzo Chigi: Romano Prodi ha aumentato il budget di quasi 32 milioni di euro per il 2008. Camera, Senato e Quirinale insieme totalizzano quasi la metà degli aumenti complessivi degli organi costituzionali per il prossimo anno (53,3 milioni di euro). Questi tre palazzi costeranno ai cittadini nel 2008 quasi 2 miliardi di euro, di cui la metà solo Montecitorio.

La presidenza del Consiglio, come detto, spenderà di più, per un totale che supererà i 687 milioni di euro. Pare che nessuna istituzione sia riuscita a dare il buon esempio per l’anno prossimo nonostante i molti annunci pubblici. Secondo questi dati, né Franco Marini, né Fausto Bertinotti, o Prodi, o il presidente Napolitano, sono riusciti a risparmiare nei preventivi di spesa.

E gli aumenti interesseranno a pioggia anche gli altri organi centrali: nel 2008 ci sarà un aumento medio dei costi di funzionamento per la Corte Costituzionale, il Consiglio Superiore della magistratura, il Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro di circa il 7%.

La spesa non riducibile dei «palazzi» dipende dai costi fissi del personale, ripetevano ieri alcuni senatori di entrambi gli schieramenti commentando questi dati: finché non ci saranno tagli al numero dei dipendenti, i costi non si potranno abbassare. Ma i bilanci nel dettaglio mostrano ben altre anomalie: recentemente alla Camera l’opposizione ha sollevato lo spreco dei gruppi parlamentari in deroga, creati nel 2006 con una spesa aggiuntiva per Montecitorio che supera i 15 milioni di euro. E in Senato il 2007 non era stato un anno all’insegna del risparmio, con un aumento delle retribuzioni dei senatori in carica di oltre il 4% e delle indennità di quelli in pensione di più del 3%. Nel bilancio di previsione per il quinquennio a palazzo Madama i senatori questori hanno scritto che vi sarà «l’impegno preciso» di ridurre il personale del 5%. Ma intanto si spendono quasi 33mila euro l’anno per calze e collant dei dipendenti.Al Quirinale, poi, non è bastato ridurre il numero delle forze di polizia, da 1086 a 1038.
(il giornale)

giovedì 4 ottobre 2007

Inaugurato il Circolo della Libertà


Come nelle previsioni, c'è stata grande partecipazione per l'inaugurazione del Circolo della Libertà di Gricignano, tenutasi domenica 30 settembre u.s. nella sede dell'associazione sita in piazza Municipio n. 10.
Dopo il doveroso benvenuto agli ospiti, da parte dei soci e del Presidente Sebastiano Della Gatta che ha illustrato, per l'occasione, le motivazioni che hanno portato alla nascita del Circolo di Gricignano e i punti cardini del movimento nazionale, hanno preso la parola, nell'ordine, l'on. Riccardo Ventre (Europarlamentare di F.I.) e Marcello Di Caterina (Coordinatore Regionale dei Circoli della Libertà in Campania). Erano presenti, inoltre, i rappresentanti dei Partiti politici cittadini, delle associazioni, i presidenti dei Circoli della Libertà dell'agro aversano e numerosi cittadini.

Meeting nazionale dei Circoli della Libertà