venerdì 26 ottobre 2007

Impre.co quello scippo con targa politica

La costituzione del Consorzio Impre.co fu salutata sette anni fa in maniera trionfale con una manifestazione che si tenne al Teatro Cimarosa di Aversa, alla quale partecipò l'allora Presidente del Consiglio Massimo D'Alema, invece le attività di questa entità si sono rivelate tutt'altro che un'occasione di sviluppo per il nostro territorio:
lontano dai clamori nazionali che vengono tributati ad altre vicende giudiziarie, la magistratura di Santa Maria Capua Vetere sta intervenendo in maniera incisiva, già prima lo aveva fatto anche la Corte Costituzionale, ciò che sta emergendo fa evincere delle pesanti responsabilità politiche, quella sinistra che spesso vuole dare patenti di onestà e legalità. Purtroppo il centro destra non è meglio. In carcere sono finite sei persone, avrebbero organizzato finte operazioni bancarie per un valore di 38 milioni di euro, realizzate con 124 bonifici per far risultare delle forniture fittizie nel tentativo di ottenere finanziamenti pubblici per 22 milioni di euro, parte di un'erogazione di fondi pubblici che doveva ammontare a complessivi 160 milioni di euro. Sono finiti agli arresti il commercialista Luigi Giangrande, 50 anni, residente a Lusciano, già presidente del consiglio di amministrazione del consorzio Impreco, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, reato contestato anche ad Achille Pagano, 59 anni, di Aversa, amministratore della Cogepi Spa; Leonardo Marzocchi, 45 anni, di Teverola amministratore della Edil Marzocchi; Umberto Colonna, di Napoli, residente a Roma, già dirigente della filiale di Largo Amico del Banco Napoli di Caserta l'uomo che dall'interno della banca avrebbe aiutato a simulare le operazioni bancarie; Domenico Di Martino, 53 anni, amministratore della Cogedim e Emilio Di Martino, 80 anni, padre di Domenico ed entrambi di Casaluce, l’unico a beneficiare degli arresti domiciliari a causa dell'età. A far scoprire tutto è stata la segnalazione di un funzionario del San Paolo Banco di Napoli al Servizio Ispettivo interno, avviata dopo la richiesta di svincolo della fideiussione dell’ingente somma di danaro. La magistratura ha disposto l'obbligo di dimora per i titolari di vari calzaturifici che sorgono nell'area industriale di Gricignano d'Aversa e Carinaro: Felice Gravino (Calzaturificio Gravino), Agostino Virgilio (Gi.Vi.), Vittorio Martire (Pavimar), Raffaele Concione (Coraf), Clelia Marinaro (Brecos), Giovanna Laudante (Bluink), Amodio Lecce (Italian Shoes), Angelo Di Martino (Dimagraf), Monica Fedele (Calzaturificio Europa) tutti residenti tra Aversa, San Marcellino e Carinaro, Ciro De Lucia, di Napoli (Masconf); Gennaro D’Ambrosio, di Caivano (Canali Srl); Gennaro Cassandro, di Qualiano (Prima Stagione); Nicola Vitale, di Varese (Tessil Saurer); Gennaro D’Alessandro, di Napoli (Vindal), Pasquale Mangiapia, di Pozzuoli (Carton Varz), Vincenzo Mazzola, di Casavatore (Global Corporation),; Raffaele D’Angelo, di Lusciano (Merif Pellami); Andrea Mazzella, di Napoli (Palmarola); Maria Rosaria Illiano, di Bacoli (Gruppo Margi) e Giuseppe Giusti, di Frattamggiore (Calzaturificio Liverpool). Per insediare le imprese aderenti al Consorzio Impre.co furono forzatamente espropriati dei terreni ai contadini della zona, della terrà che poteva produrre eccellenze agroalimentari ed incrementare un filiera del gusto e del buon mangiare è stata tolta a forza ai proprietari per fare quello che sta emergendo, questi sono i politicanti che ci ritroviamo. Successivamente la procedura adottata dal Consorzio Impre.co per espropriare i fondi di Gricignano per realizzare il cosiddetto Polo della Moda “Impreco” è stata dichiarata illegittima, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionali alcune parti delle relative leggi regionali emesse ad hoc per compiere lo scippo. A sollevare la questione dinnanzi alla suprema corte era stato il Consiglio di Stato, davanti al quale era arrivata il contenzioso avviato dai proprietari dei fondi contro l'Asi, la Regione e Impreco, tre soggetti che avevano già avuto torto in primo grado davanti al Tar. In merito alle attività di Impre.co ci fu anche un'interrogazione parlamentare del senatore Coronella (An), in merito alla quale ci fu la risposta del Viceministro allo Svipluppo Economico Sergio D’Antoni, che così recitava: “Il 14 luglio 2006 venivano emessi due decreti di revoca dei finanziamenti a carico di due aziende del Polo della Moda situate sul territorio di Carinaro. Il successivo 20 luglio, la Guardia di Finanza avviava accertamenti per 22 società consorziate con l’accusa di truffa ai danni dello Stato. Sulla scorta dei verbali delle Fiamme Gialle, il ministero dava inizio alla procedura di revoca dei finanziamenti per 21 delle 22 società sotto indagine (per una si era già provveduto alla revoca il 14 luglio). Il 19 settembre le 21 aziende trasmettevano le proprie controdeduzioni alla Guardia di Finanza per le conclusioni di competenza, delle quali si è in attesa. Le opere dovevano terminare entro il 31 dicembre 2003, poi, per via di proroghe richieste dalle società consorziate, entro il 31 gennaio 2007, ma la scadenza non è stata rispettata. Relativamente alla validità delle leggi regionali che hanno consentito gli espropri dei terreni interessati, si attende il giudizio della Corte Costituzionale (che poi è arrivato ndr)”.
corriereaversagiugliano scritto da s.p.

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