venerdì 5 ottobre 2007
Camera, Senato e Quirinale costeranno 53 milioni in più
Roma. Non sono riusciti a risparmiare alla Camera, e si sapeva. Neppure al Senato, anche questo è stato detto. Ma la parola tagli è impossibile da pronunciare anche al Quirinale, a palazzo Chigi e in tutti gli altri organi di governo. E’ quanto emerge dalle tabelle allegate alla finanziaria sui costi dei «palazzi» e anticipate ieri dal quotidiano Italia Oggi. Dai bilanci interni delle istituzioni dello Stato risulta che le promesse sul risparmio dei costi della politica sono solo sogni.
Il funzionamento degli organi costituzionali costerà il prossimo anno ai cittadini 3,23 miliardi di euro, con un aumento, nel 2008, di oltre 121 milioni di euro: in percentuale, corrisponde al + 4%. Sfiora il 3% l’innalzamento di spesa alla Camera, è superiore al 4% quello di palazzo Chigi: Romano Prodi ha aumentato il budget di quasi 32 milioni di euro per il 2008. Camera, Senato e Quirinale insieme totalizzano quasi la metà degli aumenti complessivi degli organi costituzionali per il prossimo anno (53,3 milioni di euro). Questi tre palazzi costeranno ai cittadini nel 2008 quasi 2 miliardi di euro, di cui la metà solo Montecitorio.
La presidenza del Consiglio, come detto, spenderà di più, per un totale che supererà i 687 milioni di euro. Pare che nessuna istituzione sia riuscita a dare il buon esempio per l’anno prossimo nonostante i molti annunci pubblici. Secondo questi dati, né Franco Marini, né Fausto Bertinotti, o Prodi, o il presidente Napolitano, sono riusciti a risparmiare nei preventivi di spesa.
E gli aumenti interesseranno a pioggia anche gli altri organi centrali: nel 2008 ci sarà un aumento medio dei costi di funzionamento per la Corte Costituzionale, il Consiglio Superiore della magistratura, il Consiglio nazionale dell’Economia e del Lavoro di circa il 7%.
La spesa non riducibile dei «palazzi» dipende dai costi fissi del personale, ripetevano ieri alcuni senatori di entrambi gli schieramenti commentando questi dati: finché non ci saranno tagli al numero dei dipendenti, i costi non si potranno abbassare. Ma i bilanci nel dettaglio mostrano ben altre anomalie: recentemente alla Camera l’opposizione ha sollevato lo spreco dei gruppi parlamentari in deroga, creati nel 2006 con una spesa aggiuntiva per Montecitorio che supera i 15 milioni di euro. E in Senato il 2007 non era stato un anno all’insegna del risparmio, con un aumento delle retribuzioni dei senatori in carica di oltre il 4% e delle indennità di quelli in pensione di più del 3%. Nel bilancio di previsione per il quinquennio a palazzo Madama i senatori questori hanno scritto che vi sarà «l’impegno preciso» di ridurre il personale del 5%. Ma intanto si spendono quasi 33mila euro l’anno per calze e collant dei dipendenti.Al Quirinale, poi, non è bastato ridurre il numero delle forze di polizia, da 1086 a 1038.
(il giornale)
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