lunedì 28 luglio 2008

ZONA PEEP: INTERVIENE IL CDL


Lo scorso 26 giugno 2008 la maggioranza guidata dal Sindaco Andrea Lettieri, con una delibera di giunta, ha approvato l’indirizzo politico circa la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà nella zona P.E.E.P., con il precipuo scopo di ripianare i debiti del comune corrispondenti a circa 730mila euro.
Ad intervenire sulla questione è il presidente del Circolo della Libertà Sebastiano Della Gatta che dichiara: per capire la portata dell’intervento, non si può non considerare l’annosa questione che ha portato alla scelta di espropriare circa 800 mila metri quadri di terreno agricolo per realizzare, tra l’altro, la cittadella US NAVY, attraverso il sistema dell’edilizia pubblica, modalità che ancora oggi ci lascia perplessi circa la sua legittimità.
Parte di quel terreno, espropriato dal famigerato consorzio per Gricignano, è stato assegnato successivamente, con la formula della cessione del diritto di superficie, a cooperative per la costruzione di circa 1200 abitazioni in regime di edilizia economica e popolare.
È pur vero che le ZONE PEEP nascono con lo scopo di soddisfare una richiesta di case ed in particolar modo, per favorire le famiglie meno abbienti, le giovani coppie e nello stesso tempo calmierare i prezzi delle vendite e delle locazioni, ma sta di fatto che un intervento di tale portata non trova nessuna giustificazione in una realtà quale la nostra dove il rapporto casa/famiglia e di circa 2 a 1 e dove un insediamento del genere va a stravolgere non solo l’assetto urbanistico ma soprattutto il tessuto sociale, creando in sintesi una città nella città.

Quindi assodato che il sacrificio dei nostri proprietari/contadini, che si sono visti espropriare il proprio bene ricevendo in cambio elemosina, non è servito a soddisfare esigenze di prima casa di propri concittadini, con la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà, torna ad aleggiare lo spettro della speculazione edilizia che renderebbe il piano PEEP una farsa e soprattutto una ulteriore possibilità di arricchimento per pochi.

Ritornando all’aspetto puramente economico dell’operazione, mi sento di dire all’Amministrazione Comunale che mi sembra abbastanza avventata e soprattutto sproporzionata la scelta di ripianare un debito di bilancio di circa 730 mila euro, svendendo un pezzo di città che vale almeno quaranta volte tanto, soprattutto in assenza di un vero e proprio scopo amministrativo.
È scontato che tali scelte, giuste o sbagliate che siano, rientrano a pieno titolo nell’azione di governo della maggioranza, ma ritengo, essendo la questione di rilevante importanza, auspicabile un momento di confronto con il coinvolgimento dei cittadini nonché dei partiti e delle associazioni locali.

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