QUESTA VOLTA IL PRESIDENTE NAZIONALE MICHELA VITTORIA BRAMBILLA IN PIENA ESTATE, FA IL PUNTO SULLA SICUREZZA E SU COME GLI ITALIANI AVVERTONO IL FENOMENO.
AL RIGUARDO, MI PERMETTO DI FARE UNA PICCOLA PREFAZIONE ALL'INTERVENTO DEL PRESIDENTE BRAMBILLA, INTANTO PER EVIDENZIARE CHE ANCORA UNA VOLTA HA DELINEATO UN QUADRO DEL TUTTO SOMIGLIANTE ALLA REALTA' DEI FATTI E POI ANCHE PER SOTTOLINEARE CHE LA SICUREZZA PER NOI DEL CIRCOLO DELLA LIBERTA' DI GRICIGNANO RAPPRESENTA UN RIFERIMENTO SU CUI INVESTIREMO TUTTE LE NOSTRE ENERGIE PER TENERE SEMPRE IN ALLERTA GLI ADDETTI AI LAVORI, IN UNA REALTA', QUAL'E' LA NOSTRA, DEFINITA PER LA SUA ORIGINE RURALE "TERRA DI LAVORO" MA DECISAMENTE PIU' CONOSCIUTA, PURTROPPO, COME "TERRA DI CRIMINALITA'". QUI, DOVE IL CONFINE TRA L'ILLEGALITA' E IL VIVERE CIVILE E' SEMPRE PIU RISICATO, DOVE AD ALIMENTARE IL GIA' NUMEROSO ESERCITO DEI SIGNORI DEL CRIMINE, CI PENSANO, COME SE NON BASTASSE, GLI EXTRACOMUNITARI IRREGOLARI CHE SI OFFRONO QUALI PRESTATORI D'OPERA IN UN AMBITO CERTAMENTE PIU' REMUNERATIVO DEL SOLITO LAVORO (DA) "NERO". QUI, DOVE SE DICI "CAVALLO" SI PENSA A QUELLO DI "RITORNO" (ESTORSIONE A SEGUITO DI FURTO D'AUTO) E NON CERTO ALL'INDISPENSABILE AIUTO CHE L'EQUINO HA FORNITO NEI CAMPI. SEMPRE QUI, DOVE IL PRIVATO DOMICILIO RAPPRESENTA FERTILE TERRENO DI CACCIA PER I "TOPI D'APPARTAMENTO" E DOVE LA MAFIA HA CAMBIATO ASPETTO, INVESTENDO CAPITALI IN OGNI DOVE E RICICLANDO ATTRAVERSO AZIENDE DELLE QUALI NON PRETENDE NEANCHE IL CONTROLLO DIRETTO, QUI CARA MICHELA, I CITTADINI LO SENTONO E COME IL PROBLEMA SICUREZZA, MA LA COSA CHE PREOCCUPA DI PIU'IN TUTTO QUESTO, A PARERE MIO, E' L'ASSUEFAZIONE AL PROBLEMA PER CHI VIVE ORAMAI NELLA CONSAPEVOLEZZA CHE LE COSE NON CAMBIERANNO MAI.
Sebastiano Della Gatta
DI SEGUITO, L'INTERVENTO DI MICHELA VITTORIA BRAMBILLA SUL GIORNALE DELLA LIBERTA'
Si chiama sicurezza il problema che oggi allarma di più gli italiani. In Europa i nostri cittadini sono tra coloro che si sentono meno protetti nelle loro città. Ed è davvero sconcertante che questo Governo, abituato alla lotta, ma solo per garantire la propria sopravvivenza, continui a non avvertire tutta l'importanza che ha la questione. Eppure non c'è sondaggio d'opinione o ricerca sociale che non indichi ormai per tutti questa assoluta priorità. Proprio per tutti, anche per la maggior parte di coloro che malauguratamente hanno votato a sinistra nelle ultime elezioni. La verità è che questo Governo si riempie (e ci riempie) di parole, ma non pare avere la minima idea di quali strategie debbano essere adottate per contrastare una situazione che, sotto il profilo della sicurezza, va purtroppo degenerando, da tutti i punti di vista. Le maggiori carenze si avvertono oggi su almeno tre versanti. Primo: manca un serio ed articolato piano di prevenzione per i reati di cui si rende protagonista la criminalità comune. Secondo: a causa soprattutto dell'esiguità delle risorse messe a loro disposizione, le forze di polizia non possono operare adeguatamente sul fronte della prevenzione. Riescono a intervenire soltanto - e bisogna dire che lo fanno col massimo dell'abnegazione - sull'emergenza, cioè nei casi più disperati e quando furti, rapine ed estorsioni sono, in gran parte, già consumati. Terzo: anche se nessuno intende mettere in discussione la sua autonomia, la giustizia non opera come dovrebbe. Non vi è dubbio che troppo spesso l'applicazione delle leggi da parte dell'autorità giudiziaria presenti falle considerevoli con criminali che entrano, ma poi anche escono, dal carcere assai prima di aver scontato la pena per cui erano stati condannati. Ma c'è un altro punto su cui andrebbe fatta una seria riflessione. È più che giusto che le istituzioni impieghino oggi uomini, strutture ed ingenti risorse per contrastare ogni forma di terrorismo di matrice interna e internazionale. Tuttavia, l'alzare la guardia su questo versante non avrebbe dovuto escludere l'abbassarla su altri di certo non meno importanti. E invece purtroppo è accaduto proprio questo. Infatti le risorse per garantire al cittadino altre forme "ordinarie" di sicurezza sono state quasi dimezzate. E chi ne ha tratto un enorme vantaggio? Quelle organizzazioni criminali, italiane e straniere, che, piuttosto che pensare ad attentati, preferiscono lucrare ormai a mani basse sui business della droga, della prostituzione, del racket delle estorsioni o del riciclaggio di denaro sporco. Eh sì, è sconcertante il tipo di approccio che il Governo Prodi continua ad avere su questi problemi. I sindacati di polizia protestano perché il 50% delle volanti è bloccato in officina; perché non ci sono i soldi per pagare le riparazioni? Meglio assumere 60 mila precari nella scuola e così imbarcare (forse) un po' di consensi. I vigili del fuoco sono avviliti perché le loro autobotti restano sempre più spesso senza benzina? E che importa? Meglio distribuire a pioggia qualche sussidio, perché, se si torna alle urne, anche questi voti potrebbero essere utili. Intanto le nostre città annegano nell'insicurezza; la cocaina è diventata un prodotto da supermarket e, in certi quartieri, è meglio non avventurarsi, perché l'unico presidio esistente è quello della delinquenza. Per non parlare poi dell'immigrazione clandestina che, senza ormai più controlli, sta dilagando ovunque, con il suo carico di inevitabile criminalità. Eh no, caro Governo Prodi, non è questa la politica sociale che si merita questo Paese. Per noi fare politica sociale vuol dire tutelare anche, anzi prima di tutto, la sicurezza del cittadino, a qualsiasi ceto egli appartenga. Per noi politica sociale vuol dire attuare strategie che garantiscano la vivibilità delle nostre città, in ogni quartiere. Per noi fare politica sociale vuol dire adottare strategie che investano ingenti risorse sul fronte della prevenzione e non, come oggi sta purtroppo avvenendo, dare libero accesso ai pusher anche nelle scuole medie inferiori. Ecco perché non c'è proprio più posto, in Italia, per un Governo che ha saputo darci sempre più tasse e sempre meno sicurezza.
AL RIGUARDO, MI PERMETTO DI FARE UNA PICCOLA PREFAZIONE ALL'INTERVENTO DEL PRESIDENTE BRAMBILLA, INTANTO PER EVIDENZIARE CHE ANCORA UNA VOLTA HA DELINEATO UN QUADRO DEL TUTTO SOMIGLIANTE ALLA REALTA' DEI FATTI E POI ANCHE PER SOTTOLINEARE CHE LA SICUREZZA PER NOI DEL CIRCOLO DELLA LIBERTA' DI GRICIGNANO RAPPRESENTA UN RIFERIMENTO SU CUI INVESTIREMO TUTTE LE NOSTRE ENERGIE PER TENERE SEMPRE IN ALLERTA GLI ADDETTI AI LAVORI, IN UNA REALTA', QUAL'E' LA NOSTRA, DEFINITA PER LA SUA ORIGINE RURALE "TERRA DI LAVORO" MA DECISAMENTE PIU' CONOSCIUTA, PURTROPPO, COME "TERRA DI CRIMINALITA'". QUI, DOVE IL CONFINE TRA L'ILLEGALITA' E IL VIVERE CIVILE E' SEMPRE PIU RISICATO, DOVE AD ALIMENTARE IL GIA' NUMEROSO ESERCITO DEI SIGNORI DEL CRIMINE, CI PENSANO, COME SE NON BASTASSE, GLI EXTRACOMUNITARI IRREGOLARI CHE SI OFFRONO QUALI PRESTATORI D'OPERA IN UN AMBITO CERTAMENTE PIU' REMUNERATIVO DEL SOLITO LAVORO (DA) "NERO". QUI, DOVE SE DICI "CAVALLO" SI PENSA A QUELLO DI "RITORNO" (ESTORSIONE A SEGUITO DI FURTO D'AUTO) E NON CERTO ALL'INDISPENSABILE AIUTO CHE L'EQUINO HA FORNITO NEI CAMPI. SEMPRE QUI, DOVE IL PRIVATO DOMICILIO RAPPRESENTA FERTILE TERRENO DI CACCIA PER I "TOPI D'APPARTAMENTO" E DOVE LA MAFIA HA CAMBIATO ASPETTO, INVESTENDO CAPITALI IN OGNI DOVE E RICICLANDO ATTRAVERSO AZIENDE DELLE QUALI NON PRETENDE NEANCHE IL CONTROLLO DIRETTO, QUI CARA MICHELA, I CITTADINI LO SENTONO E COME IL PROBLEMA SICUREZZA, MA LA COSA CHE PREOCCUPA DI PIU'IN TUTTO QUESTO, A PARERE MIO, E' L'ASSUEFAZIONE AL PROBLEMA PER CHI VIVE ORAMAI NELLA CONSAPEVOLEZZA CHE LE COSE NON CAMBIERANNO MAI.
Sebastiano Della Gatta
DI SEGUITO, L'INTERVENTO DI MICHELA VITTORIA BRAMBILLA SUL GIORNALE DELLA LIBERTA'
Si chiama sicurezza il problema che oggi allarma di più gli italiani. In Europa i nostri cittadini sono tra coloro che si sentono meno protetti nelle loro città. Ed è davvero sconcertante che questo Governo, abituato alla lotta, ma solo per garantire la propria sopravvivenza, continui a non avvertire tutta l'importanza che ha la questione. Eppure non c'è sondaggio d'opinione o ricerca sociale che non indichi ormai per tutti questa assoluta priorità. Proprio per tutti, anche per la maggior parte di coloro che malauguratamente hanno votato a sinistra nelle ultime elezioni. La verità è che questo Governo si riempie (e ci riempie) di parole, ma non pare avere la minima idea di quali strategie debbano essere adottate per contrastare una situazione che, sotto il profilo della sicurezza, va purtroppo degenerando, da tutti i punti di vista. Le maggiori carenze si avvertono oggi su almeno tre versanti. Primo: manca un serio ed articolato piano di prevenzione per i reati di cui si rende protagonista la criminalità comune. Secondo: a causa soprattutto dell'esiguità delle risorse messe a loro disposizione, le forze di polizia non possono operare adeguatamente sul fronte della prevenzione. Riescono a intervenire soltanto - e bisogna dire che lo fanno col massimo dell'abnegazione - sull'emergenza, cioè nei casi più disperati e quando furti, rapine ed estorsioni sono, in gran parte, già consumati. Terzo: anche se nessuno intende mettere in discussione la sua autonomia, la giustizia non opera come dovrebbe. Non vi è dubbio che troppo spesso l'applicazione delle leggi da parte dell'autorità giudiziaria presenti falle considerevoli con criminali che entrano, ma poi anche escono, dal carcere assai prima di aver scontato la pena per cui erano stati condannati. Ma c'è un altro punto su cui andrebbe fatta una seria riflessione. È più che giusto che le istituzioni impieghino oggi uomini, strutture ed ingenti risorse per contrastare ogni forma di terrorismo di matrice interna e internazionale. Tuttavia, l'alzare la guardia su questo versante non avrebbe dovuto escludere l'abbassarla su altri di certo non meno importanti. E invece purtroppo è accaduto proprio questo. Infatti le risorse per garantire al cittadino altre forme "ordinarie" di sicurezza sono state quasi dimezzate. E chi ne ha tratto un enorme vantaggio? Quelle organizzazioni criminali, italiane e straniere, che, piuttosto che pensare ad attentati, preferiscono lucrare ormai a mani basse sui business della droga, della prostituzione, del racket delle estorsioni o del riciclaggio di denaro sporco. Eh sì, è sconcertante il tipo di approccio che il Governo Prodi continua ad avere su questi problemi. I sindacati di polizia protestano perché il 50% delle volanti è bloccato in officina; perché non ci sono i soldi per pagare le riparazioni? Meglio assumere 60 mila precari nella scuola e così imbarcare (forse) un po' di consensi. I vigili del fuoco sono avviliti perché le loro autobotti restano sempre più spesso senza benzina? E che importa? Meglio distribuire a pioggia qualche sussidio, perché, se si torna alle urne, anche questi voti potrebbero essere utili. Intanto le nostre città annegano nell'insicurezza; la cocaina è diventata un prodotto da supermarket e, in certi quartieri, è meglio non avventurarsi, perché l'unico presidio esistente è quello della delinquenza. Per non parlare poi dell'immigrazione clandestina che, senza ormai più controlli, sta dilagando ovunque, con il suo carico di inevitabile criminalità. Eh no, caro Governo Prodi, non è questa la politica sociale che si merita questo Paese. Per noi fare politica sociale vuol dire tutelare anche, anzi prima di tutto, la sicurezza del cittadino, a qualsiasi ceto egli appartenga. Per noi politica sociale vuol dire attuare strategie che garantiscano la vivibilità delle nostre città, in ogni quartiere. Per noi fare politica sociale vuol dire adottare strategie che investano ingenti risorse sul fronte della prevenzione e non, come oggi sta purtroppo avvenendo, dare libero accesso ai pusher anche nelle scuole medie inferiori. Ecco perché non c'è proprio più posto, in Italia, per un Governo che ha saputo darci sempre più tasse e sempre meno sicurezza.
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