venerdì 21 settembre 2007

PRIMA CONVENTION DEI CIRCOLI DELLA LIBERTÀ


«Dicono che Berlusconi mi ha imposto lo stop. Ma figuriamoci. Non mi pare proprio». Michela Vittoria Brambilla da qualche giorno sta zitta. Parla poco, centellina le dichiarazioni. Chi pensa che se ne stia ferma con le mano in mano, sbaglia. La presidente dei Circoli delle Libertà sta lavorando in silenzio alla manifestazione del 6 ottobre, la prima convention della creatura berlusconiana. Sarà una prova di forza. Dopo settimane di ridicolizzazioni sulla sue strutture, battute e battutine, dubbi e perplessità sulla reale consistenza del network della «roscia» (come la chiamano con invidia dentro Forza Italia), sarà la prima volta che si vedrà il popolo dei Circoli. «Hanno detto che era stata prevista a Courmayeur, anche voi del Tempo l'avete scritto. Ma quando mai», racconta la Brambilla. Che rilancia: «A Courmayeur
c'è solo un palazzetto da duemila posti. Vi pare che posso fare una roba così? E allora darei ragione a quelli che dicono che i miei Circoli sono poca cosa. E invece ci sono, eccome se ci sono. Sono tanti, tantissimi. E crescono ogni giorno».
Niente Valle d'Aosta («Tra l'altro sarebbe stato un problema far venire gente da tutta Italia», racconta la donna politicamente più vicina al Cavaliere), meglio Roma. La convention si farà nella Capitale. Precisamente alla nuova Fiera. La Brambilla ha prenotato un'area da ottomila posti. Ma si sta immaginando qualcosa di più grande, l'obiettivo è toccare quota diecimila. Lei non conferma: «Saremo in tanti».
Berlusconi è gasatissimo. In pubblico va da Forza Italia e ne limita il ruolo. E poi la chiama e le dice: «Vai avanti». Dentro Forza Italia ormai danno i numeri. Appena la Brambilla dice una cosa, fanno a gara a chi ne fa la macchietta. I deputati azzurri girano per il Transatlantico con i ritagli di giornali, fanno capannello, leggono le sue interviste e ne ridono. Ridono, ridono, quanto ne ridono. Anche il Cav se la ride. Si becca le telefonate di protesta dei suoi, tutti, da Tremonti in giù, e se la ride. Quasi tutti. Uno invece ormai si è apertamele schierato con Michela. È Pisanu. Sì, Beppe Pisanu, il democristianone, il difensore del partito tradizionale, l'ex uomo di Zaccagnini. Si sentono al telefono tutti i giorni come due fidanzatini. C'è Claudio Scajòla, un altro ex de, che a Gubbio, alla scuola del partito, l'ha difesa. Poi c'è Frattini, il forzista più fuori dai giochi, uno che fa il vicepresidente della Commissione Europea e certo non è a caccia di un cadreghino, come dice il Cav. Sono un po' di giorni che la Brambilla se ne sta in silenzio. Abbattuta? Macché. Sta preparando la festa del terzo compleanno del figlio e una nuova iniziativa politica sul cui fascicolo c'è scritto top secret. (...) La roscia non si ferma. Va dritto per la sua strada. Se ne frega di quello che scrivono i giornali come gli suggerisce il Grande Capo che a sua volta segue gli insegnamenti di Margaret Tatcher che si faceva fare rassegne stampa solo con articoli positivi. E ora il Giornale della Libertà, e poi la Tv delle Libertà che nei programmi dovrebbe anche allargarsi: il Cav la guarda e si sente ringiovanito di trent'anni, si sente agli albori di Telemilano, si diverte e da suggerimenti. E ora anche lo sbarco tra i giovani, con i Circoli delle Libertà Universitas. Le fanno l'imitazione in tv? E lei se la mette sul sito per farla vedere a tutti. No, la Brambilla non s'è spenta. Ha solo cambiato tattica.
(da Il Tempo 19/09/07)

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