martedì 24 luglio 2007

GLI UNDER 40 E UN INCUBO DI NOME PRODI


Gli under 40 - e io sono tra questi - sono sgomenti per lo spettacolo offerto da Romano Prodi. Non avendo, per loro fortuna, vissuto le mirabolanti e a volte sciagurate esperienze della politica della Prima Repubblica, non riescono proprio a capire come, in pieno Terzo millennio, le sorti di un intero Paese possano essere ancora affidate a un governo che tutti, anche la maggior parte di coloro che lo hanno votalo, considerano ormai in coma irreversibile. È come se questa Repubblica avesse fatto all'improvviso un balzo indietro di molti anni, quando si mettevano in piedi posticci governi di tregua balneare pur di prendere altro tempo e di studiare soluzioni che poi però finivano anch'esse per crollare al primo voto in Parlamento, che poi balneare purtroppo questo governo nemmeno è, perché, pur sapendo che è ormai più che prossima, per volontà dei suoi stessi sostenitori, la resa dei conti, continua a far azioni sciagurate alle quali non sarà poi facile porre rimedio.
Gli under 40, ma non certo soltanto loro, sono doppiamente sgomenti per una serie di più che validi motivi 1) Il primo preoccupante campanello d'allarme è l'immediata bocciatura da parte delle società di rating del progetto di riforma delle, pensioni varato del governo. A loro dire, esso non affronta, anzi aggrava pesantemente, la nostra situazione debitoria. Tale giudizio potrà comportare, entro l'anno, un ulteriore declassamento sui mercati finanziari del sistema-Italia con conseguenze facilmente immaginabili. La situazione potrà essere anche peggiore se Rifondazione comunista riuscirà poi a strappare, in Parlamento, altri correttivi al ribasso per quanto riguarda l'età pensionabile e il resto. Insomma, al peggio non c'è mai fine e a me pare che ormai l'unica soluzione possibile siano le elezioni.
2) La legge finanziaria non dovrà solo recuperare in qualche modo, dato che le compensazioni di entrata indicate nel progetto sono per ora pezzi di carta, la perdita di un miliardo e 450 milioni di euro derivante dall'abolizione, per il 2008, dello scalone. La manovra d'autunno dovrà recuperare risorse anche per un'altra serie di voci che restano senza copertura. Innanzitutto, 4 miliardi di euro per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego e per la messa a ruolo di migliaia, di precari della scuola. Poi occorrono altri 2 miliardi di euro per coprire il surplus di indebitamento derivante dall'aumento del tasso di sconto deciso dalla Bce, che poi potrebbero diventare di più se arrivasse anche il declassamento del rating. E ancora, 2 miliardi di euro per tener buoni i fornitori di ospedali e di apparati di sicurezza ormai pronti, nel caso che non vengano saldate almeno le vecchie fatture, a sospendere le forniture. E infine, altri 3 miliardi di euro per evitare il blocco delle opere di ANAS e Ferrovie, anch'esse, come il governo, in stato comatoso. E dove prendere tutto questo denaro se non dalle tasche degli italiani, vista l'impossibilità -perché allora sì che l'Unione europea ci metterebbe al muro - di accrescere il nostro debito?
Però la vicenda che lascia gli under 40 ancor più sgomenti, anzi direi esterrefatti, è quella di Alitalia. Questo governo è riuscito - unico caso in Europa - a disastrare, con la sua gestione, il nostro trasporto aereo, cioè quello che dovrebbe essere il fiore all'occhiello di una moderna economia. Non solo, è anche riuscito a vanificare ogni tipo di sbocco che non sia quello di un commissariamento che, se dovesse realizzarsi, comporterebbe pesanti oneri ulteriori per i conti pubblici. E parliamo sempre di miliardi di euro.
Ecco perché la sempre più pressante domanda che ci poniamo, in questa vigilia di agosto, noi under 40, così come tantissimi altri italiani, è ormai una e una soltanto: quando potrà davvero finire questo incubo?

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