Chi si prepara ad andare in vacanza farebbe bene a portarsi in spiaggia, o sui sentieri di montagna, anche un succinto memorandum degli eventi più importanti che potranno accadere in autunno. Parliamo di appuntamenti che non riguardano solo i palazzi del potere, ma che decideranno la politica del Paese, e quindi finiranno per interessare da vicino la vita dei cittadini. Già a metà settembre cominceranno, difatti, i fuochi d'artificio sulla nuova legge finanziaria 2008. La memoria di quella disastrosa, varata dal Governo Prodi nello scorso dicembre, ci fa capire che si tratterà di un appuntamento delicato e ancora una volta doloroso per i conti di famiglie e imprese. Contrariamente a quanto era stato solennemente promesso (ma che spergiuri questi ministri!), conterrà un'altra manovra di almeno 11 miliardi di euro. Ma i conti non erano stati già risanati? Bugie, purtroppo. Basta fare due calcoli e una somma. Mancano 4 miliardi per la copertura dei nuovi contratti del pubblico impiego, compreso il costo dei precari messi ora a ruolo nella scuola. Poi ci vogliono 2 miliardi per far fronte al nuovo margine di indebitamento dovuto all'aumento del tasso di sconto deciso dalla Bce, e che, proprio in autunno, potrebbe riservare ulteriori e sgradevoli sorprese. Almeno 1 miliardo serve per coprire i buchi della sanità, a meno che non si voglia lasciare molti ospedali senza garze, bisturi e portantini. Un altro miliardo, se basterà, occorre per ripianare i debiti accumulati dalle forze di sicurezza per il rinnovo di parte dell'ormai vetusto parco delle volanti e per riattivare forniture da tempo bloccate, perché è da un anno che il ministero dell'Interno non salda più le fatture. Altri 3 miliardi sono necessari per evitare il blocco delle opere dell'Anas e delle Ferrovie. E siamo arrivati a 11 miliardi. Ma non è finita qui, perché se il Governo decidesse di abolire lo "scalone" per le pensioni, andrebbe scucito un altro miliardo e mezzo solo per il 2008. Dove prendere tutti questi soldi? Ovviamente dalle tasche dei contribuenti, perché i cosiddetti tagli di spesa della pubblica amministrazione che il Governo sta prospettando, non potranno essere operativi - sempre che poi lo possano diventare veramente - prima di due o tre anni. Intanto, grazie sempre a questo Governo, la spesa pubblica ha superato il 50% dell'intera ricchezza prodotta in questo paese. Un'enormità. Sarebbe anche assai opportuno che, in autunno, chi volesse viaggiare per turismo o per lavoro scegliesse mezzi di trasporto propri, cioè diversi dall'aereo e dal treno. Per come si sono messe le cose infatti per l'Alitalia non c'è nessun vero compratore in vista: i conti sono talmente al collasso da paventare ormai la bancarotta. Ma non stanno poi tanto meglio i nostri treni: non ci sono i soldi nemmeno per una decente manutenzione, tanto che milioni di pendolari sono ormai costretti ad un quotidiano martirio, per poter lavorare o studiare. E arriverà, sempre in autunno, il momento in cui questo Governo dovrà scoprire anche le carte sui cosiddetti costi della politica. Il disegno di legge predisposto, prima ancora di approdare alle Camere, ha sollevato un vero putiferio. Primo, perché, invece di tagliare di netto strutture e costi dei ministeri, ha preteso di usare la mannaia contro i Comuni. Immaginatevi quali siano state le reazioni di questi ultimi. Secondo, perché questa legge prevede un elenco di proposte di impossibile attuazione. Insomma tutta carta da gettare nel cestino. L'ennesima prova di incapacità di questo Governo. Ed è questo il problema dei problemi: una maggioranza e un Esecutivo che hanno ormai ampiamente dimostrato, non solo di non saper proprio governare, ma di saper anche combinare guasti che sarà poi assai difficile riparare. A pagare il conto di questa incapacità sono chiamati, come sempre, gli italiani. Tanto che, in calce a questo memorandum delle vacanze, il cittadino, al mare o sui monti, potrebbe scrivere di proprio pugno un commento del tipo: ma perché tutti insieme non facciamo subito qualcosa per liberarci di Prodi & Co?
domenica 22 luglio 2007
LA PAROLA AL PRESIDENTE NAZIONALE
MEMORANDUM PER LE VACANZE
Chi si prepara ad andare in vacanza farebbe bene a portarsi in spiaggia, o sui sentieri di montagna, anche un succinto memorandum degli eventi più importanti che potranno accadere in autunno. Parliamo di appuntamenti che non riguardano solo i palazzi del potere, ma che decideranno la politica del Paese, e quindi finiranno per interessare da vicino la vita dei cittadini. Già a metà settembre cominceranno, difatti, i fuochi d'artificio sulla nuova legge finanziaria 2008. La memoria di quella disastrosa, varata dal Governo Prodi nello scorso dicembre, ci fa capire che si tratterà di un appuntamento delicato e ancora una volta doloroso per i conti di famiglie e imprese. Contrariamente a quanto era stato solennemente promesso (ma che spergiuri questi ministri!), conterrà un'altra manovra di almeno 11 miliardi di euro. Ma i conti non erano stati già risanati? Bugie, purtroppo. Basta fare due calcoli e una somma. Mancano 4 miliardi per la copertura dei nuovi contratti del pubblico impiego, compreso il costo dei precari messi ora a ruolo nella scuola. Poi ci vogliono 2 miliardi per far fronte al nuovo margine di indebitamento dovuto all'aumento del tasso di sconto deciso dalla Bce, e che, proprio in autunno, potrebbe riservare ulteriori e sgradevoli sorprese. Almeno 1 miliardo serve per coprire i buchi della sanità, a meno che non si voglia lasciare molti ospedali senza garze, bisturi e portantini. Un altro miliardo, se basterà, occorre per ripianare i debiti accumulati dalle forze di sicurezza per il rinnovo di parte dell'ormai vetusto parco delle volanti e per riattivare forniture da tempo bloccate, perché è da un anno che il ministero dell'Interno non salda più le fatture. Altri 3 miliardi sono necessari per evitare il blocco delle opere dell'Anas e delle Ferrovie. E siamo arrivati a 11 miliardi. Ma non è finita qui, perché se il Governo decidesse di abolire lo "scalone" per le pensioni, andrebbe scucito un altro miliardo e mezzo solo per il 2008. Dove prendere tutti questi soldi? Ovviamente dalle tasche dei contribuenti, perché i cosiddetti tagli di spesa della pubblica amministrazione che il Governo sta prospettando, non potranno essere operativi - sempre che poi lo possano diventare veramente - prima di due o tre anni. Intanto, grazie sempre a questo Governo, la spesa pubblica ha superato il 50% dell'intera ricchezza prodotta in questo paese. Un'enormità. Sarebbe anche assai opportuno che, in autunno, chi volesse viaggiare per turismo o per lavoro scegliesse mezzi di trasporto propri, cioè diversi dall'aereo e dal treno. Per come si sono messe le cose infatti per l'Alitalia non c'è nessun vero compratore in vista: i conti sono talmente al collasso da paventare ormai la bancarotta. Ma non stanno poi tanto meglio i nostri treni: non ci sono i soldi nemmeno per una decente manutenzione, tanto che milioni di pendolari sono ormai costretti ad un quotidiano martirio, per poter lavorare o studiare. E arriverà, sempre in autunno, il momento in cui questo Governo dovrà scoprire anche le carte sui cosiddetti costi della politica. Il disegno di legge predisposto, prima ancora di approdare alle Camere, ha sollevato un vero putiferio. Primo, perché, invece di tagliare di netto strutture e costi dei ministeri, ha preteso di usare la mannaia contro i Comuni. Immaginatevi quali siano state le reazioni di questi ultimi. Secondo, perché questa legge prevede un elenco di proposte di impossibile attuazione. Insomma tutta carta da gettare nel cestino. L'ennesima prova di incapacità di questo Governo. Ed è questo il problema dei problemi: una maggioranza e un Esecutivo che hanno ormai ampiamente dimostrato, non solo di non saper proprio governare, ma di saper anche combinare guasti che sarà poi assai difficile riparare. A pagare il conto di questa incapacità sono chiamati, come sempre, gli italiani. Tanto che, in calce a questo memorandum delle vacanze, il cittadino, al mare o sui monti, potrebbe scrivere di proprio pugno un commento del tipo: ma perché tutti insieme non facciamo subito qualcosa per liberarci di Prodi & Co?
Chi si prepara ad andare in vacanza farebbe bene a portarsi in spiaggia, o sui sentieri di montagna, anche un succinto memorandum degli eventi più importanti che potranno accadere in autunno. Parliamo di appuntamenti che non riguardano solo i palazzi del potere, ma che decideranno la politica del Paese, e quindi finiranno per interessare da vicino la vita dei cittadini. Già a metà settembre cominceranno, difatti, i fuochi d'artificio sulla nuova legge finanziaria 2008. La memoria di quella disastrosa, varata dal Governo Prodi nello scorso dicembre, ci fa capire che si tratterà di un appuntamento delicato e ancora una volta doloroso per i conti di famiglie e imprese. Contrariamente a quanto era stato solennemente promesso (ma che spergiuri questi ministri!), conterrà un'altra manovra di almeno 11 miliardi di euro. Ma i conti non erano stati già risanati? Bugie, purtroppo. Basta fare due calcoli e una somma. Mancano 4 miliardi per la copertura dei nuovi contratti del pubblico impiego, compreso il costo dei precari messi ora a ruolo nella scuola. Poi ci vogliono 2 miliardi per far fronte al nuovo margine di indebitamento dovuto all'aumento del tasso di sconto deciso dalla Bce, e che, proprio in autunno, potrebbe riservare ulteriori e sgradevoli sorprese. Almeno 1 miliardo serve per coprire i buchi della sanità, a meno che non si voglia lasciare molti ospedali senza garze, bisturi e portantini. Un altro miliardo, se basterà, occorre per ripianare i debiti accumulati dalle forze di sicurezza per il rinnovo di parte dell'ormai vetusto parco delle volanti e per riattivare forniture da tempo bloccate, perché è da un anno che il ministero dell'Interno non salda più le fatture. Altri 3 miliardi sono necessari per evitare il blocco delle opere dell'Anas e delle Ferrovie. E siamo arrivati a 11 miliardi. Ma non è finita qui, perché se il Governo decidesse di abolire lo "scalone" per le pensioni, andrebbe scucito un altro miliardo e mezzo solo per il 2008. Dove prendere tutti questi soldi? Ovviamente dalle tasche dei contribuenti, perché i cosiddetti tagli di spesa della pubblica amministrazione che il Governo sta prospettando, non potranno essere operativi - sempre che poi lo possano diventare veramente - prima di due o tre anni. Intanto, grazie sempre a questo Governo, la spesa pubblica ha superato il 50% dell'intera ricchezza prodotta in questo paese. Un'enormità. Sarebbe anche assai opportuno che, in autunno, chi volesse viaggiare per turismo o per lavoro scegliesse mezzi di trasporto propri, cioè diversi dall'aereo e dal treno. Per come si sono messe le cose infatti per l'Alitalia non c'è nessun vero compratore in vista: i conti sono talmente al collasso da paventare ormai la bancarotta. Ma non stanno poi tanto meglio i nostri treni: non ci sono i soldi nemmeno per una decente manutenzione, tanto che milioni di pendolari sono ormai costretti ad un quotidiano martirio, per poter lavorare o studiare. E arriverà, sempre in autunno, il momento in cui questo Governo dovrà scoprire anche le carte sui cosiddetti costi della politica. Il disegno di legge predisposto, prima ancora di approdare alle Camere, ha sollevato un vero putiferio. Primo, perché, invece di tagliare di netto strutture e costi dei ministeri, ha preteso di usare la mannaia contro i Comuni. Immaginatevi quali siano state le reazioni di questi ultimi. Secondo, perché questa legge prevede un elenco di proposte di impossibile attuazione. Insomma tutta carta da gettare nel cestino. L'ennesima prova di incapacità di questo Governo. Ed è questo il problema dei problemi: una maggioranza e un Esecutivo che hanno ormai ampiamente dimostrato, non solo di non saper proprio governare, ma di saper anche combinare guasti che sarà poi assai difficile riparare. A pagare il conto di questa incapacità sono chiamati, come sempre, gli italiani. Tanto che, in calce a questo memorandum delle vacanze, il cittadino, al mare o sui monti, potrebbe scrivere di proprio pugno un commento del tipo: ma perché tutti insieme non facciamo subito qualcosa per liberarci di Prodi & Co?
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