mercoledì 13 febbraio 2008

MVB: «FINALMENTE GLI ITALIANI POTRANNO SCEGLIERE TRA DUE SCHIERAMENTI»


Chi è più nuovo? Berlusconi o Veltroni? Chi da 14 anni cerca di modernizzare l'assetto politico e istituzionale del Paese, o chi da trentacinque ha fatto la sua carriera all'interno del partito (dalla Fgci, al Pci, al Pds, fino ai Ds)? Chi è più nuovo? Il Pd o il Pdl? Ha più ragioni di offrirsi come speranza di rinnovamento il Partito Democratico che ha come presidente (e fondatore) Romano Prodi, o il Popolo della Libertà che offre una casa comune a tutti coloro che non vogliono abiurare nei confronti dei grandi valori delle democrazie occidentali?
Le domande sono retoriche, ma qualcosa di nuovo sta veramente accadendo in Italia: sarebbe un peccato non rendersene conto, inseguendo quesiti inutili. E dannosi. Ma non vogliamo ripetere come un mantra che la politica ha deluso i cittadini. Ci sono momenti in cui è giusto criticare, anche aspramente, ma ci sono altri momenti in cui è doveroso appassionarsi. Soprattutto quando dalla politica vengono segnali di cambiamento. Sarebbe da miopi non vedere che nella settimana appena conclusa qualcosa è cambiato. Anche nella politica italiana. C'è un nuovo spazio di speranza e di partecipazione per i cittadini italiani. Il Popolo della Libertà è quella novità della politica che milioni di italiani attendevano.
Non è retorica. È attenzione a ciò che ci accade intorno. Quindici mesi fa abbiamo dato avvio al nostro movimento - i Circoli della Libertà - che aveva covato fin dall'inizio un sogno: vedere nascere una nuova grande formazione politica che in Italia sapesse partire dai cittadini, non dai partiti, dalle segreterie, dalle oligarchie autoreferenziali. Poi abbiamo sussultato d'emozione, quando il 18 novembre scorso Silvio Berlusconi ha avviato la "svolta del predellino", annunciando la nascita del Popolo della Libertà. Quando il Governo Prodi si è schiantato, vittima delle contraddizioni della sinistra incapace di governare, la gioia si è mescolata al timore. Da un lato l'entusiasmo di vedere finalmente interrotta la iattura del peggior Governo della storia della nostra Repubblica. Dall'altro la preoccupazione che l'imminenza delle elezioni anticipate potesse rallentare - o addirittura rinviare - il processo di cambiamento avviato in novembre in piazza San Babila. Così non è stato. Berlusconi non ha ceduto, il suo sogno, il nostro sogno, è diventato realtà.
E ieri Berlusconi - al meeting dei Circoli della Libertà - ha reso palpabile il segno di questa novità non è tempo di disperdere le energie. Gli italiani avranno una grande opportunità, quella di creare quel bipolarismo virtuoso che nessuna riforme elettorale potrebbe assicurare. Saranno i voti a decretare la nascita di poli competitivi, capaci di candidarsi alla guida del Paese. Il Popolo della Libertà è già quel grande movimento in grado di organizzare il consenso dei liberali e dei moderati italiani, per tradurlo in proposta di Governo. Le divisioni del centrodestra devono scomparire. Gli italiani devono poter scegliere tra liste che siano sintesi comprensibili di valori e progetti. Per questo ben venga anche il Pd, che tuttavia non può fingere di non avere sostenuto il Governo Prodi e i suo disastri: dallo scandalo dei rifiuti di Napoli alla cancellazione di tutte le Grandi Opere avviate da Berlusconi; dalla forsennata tassazione, alla distruzione dello Stato. Questa è la differenza: il Popolo della Libertà vuole ripartire da dove due anni fa era arrivato Berlusconi; il Partito Democratico invece vuole continuare sulla strada disastrosa intrapresa da Prodi.
Michela Vittoria Brambilla (Libero)

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