domenica 7 dicembre 2008
PER NON DIMENTICARE.....
CHE QUESTA MAGGIORANZA HA DIMOSTRATO TUTTA LA SUA INCAPACITÀ, PORTANDO L’ENTE SULL’ORLO DEL DISSESTO FINANZIARIO, A CAUSA DI UNA CONDOTTA, EVIDENTEMENTE POCO OCULATA, CHE HA DETERMINATO LO SFORAMENTO DEL PATTO DI STABILITÀ E PIGNORAMENTI ( VEDI ACQUACAMPANIA);
CHE QUESTA MAGGIORANZA È L’ARTEFICE DELL’ALIENAZIONE DEL TERRITORIO IN ZONA PEEP, MOTIVANDO LA SCELTA COME UNICA TERAPIA PER FAR FRONTE AL DISAVANZO DI BILANCIO CHE TRADOTTO, SIGNIFICA 1 MILIONE DI EURO CHE DI FRONTE ALLA SOMMA CHE SI DOVRA’ INCASSARE, OVVERO 24 MILIONI DI EURO, FINISCE PER ANNICHILIRSI E RISULTARE TALMENTE IMPERCETTIBILE DA ALIMENTARE RAGIONEVOLI DUBBI CIRCA LE MOTIVAZIONI PRESENTATE;
CHE QUELLO CHE È ACCADUTO NEL NOSTRO COMUNE, IN ALTRE REALTÀ AVREBBE RAPPRESENTATO UN VERO E PROPRIO CICLONE POLITICO CON TANTO DI DIMISSIONI IN MASSA;
CHE A GRICIGNANO È ACCADUTO L’ESATTO CONTRARIO, ANZICCHÈ DIMETTERSI, PENSATE UN PO’ SI SONO RAFFORZATI, ARRUOLANDO FORZE DALL’OPPOSIZIONE E FORMANDO UNA MAGGIORANZA EXTRA LARGE PER VOTARE LA MADRE DI TUTTE LE OPERAZIONI;
CHE L’OPPOSIZIONE E’ ORMAI COMPOSTA DAI SOLI CONSIGLIERI MORETTI E VERDE CHE CON SERIETÀ E RISPETTO DELLA SOVRANITÀ POPOLARE, CONTINUANO A TENERE FEDE AL PROPRIO MANDATO ED AI QUALI, NON FAREMO MANCARE IL NOSTRO CONTRIBUTO;
CHE CHI È INCAPACE AD AMMINISTRARE LO È A PRESCINDERE DAL FATTORE ECONOMICO.
Gricignano di Aversa, 07.12.2008
Verso
IL POPOLO DELLA LIBERTA’
Gricignano di Aversa
lunedì 27 ottobre 2008
ACQUA REFLUA: DELLA GATTA REPLICA AL SINDACO LETTIERI
Non ci aspettavamo di certo un grazie dalla maggioranza e per essa dal Sindaco ma da qui ad essere accusati di istigare i cittadini a non pagare le tasse, rappresenta una vera e propria distorsione della verità sulla quale non possiamo sottacere.
Non abbiamo mai detto, né tanto meno ci saremmo mai sognati di invitare i cittadini a non pagare le tasse a prescindere, ma abbiamo invece ritenuto e ritengo che la sentenza della Corte Costituzionale poteva e doveva far riflettere la maggioranza circa una eventuale opposizione al pignoramento da parte di Acqua Campania, relativo alle acque di depurazione, pari a 2 milioni e 657mila euro, per il periodo dal 1992 al 2005, a seguito di verifica, finalizzata all’accertamento del collegamento della rete fognaria al depuratore e soprattutto al corretto funzionamento negli anni dello stesso. Tutto ciò, per addivenire ad un eventuale scorporo totale o parziale del debito e magari far risparmiare soldi al Comune e nello stesso tempo allontanare l’ipotesi di vendere “i gioielli di famiglia” (il territorio). L’intervento del Sindaco, si è soffermato invece, solo sul fatto che “…la rete fognaria di Gricignano scarica regolarmente le acque reflue attraverso il depuratore di Villa Literno..” ma non contribuisce a dipanare i ragionevoli dubbi circa l’attività o meno del depuratore e della sua corretta funzionalità.
Al riguardo, non possono non considerarsi le dichiarazioni del Vice Presidente del Consiglio Regionale Campania che in data 11.04.2008 segnalava tra gli altri, all’Assessore Regionale all’ambiente Walter Ganapini, le conseguenze della quasi nulla operatività dell’impianto di depurazione di Villa Literno che sta determinando un vero e proprio disastro ambientale della intera costa domitiana (si veda http://www.acquaeterritorio.it/doc/guerradelps3/la_gestione_impianti/documenti/11.04.08.pdf).
A sua volta, l’Assessore Regionale in una nota del 30 aprile u.s. parlava di rivalsa sul concessionario esercente gli impianti di depurazione male o per niente funzionanti (si vedahttp://www.acquaeterritorio.it/doc/guerradelps3/la_gestione_impianti/documenti/30.04.08.pdf )
Allora ribadiamo nuovamente, tutto ciò, alla luce dei fatti è o non è meritevole di approfondimento per appurare quanto meno la funzionalità dei depuratori nel periodo pregresso, ovvero, dal 1992 al 2005?
Poi, nel prendere atto dell’appello del Sindaco, tengo a sottolineare, laddove c’è ne fosse il bisogno, che comportamenti fuori dall’alveo delle regole, non sono mai appartenuti al sottoscritto che ha fatto e fa delle regole il faro della propria esistenza.
Gricignano di Aversa, 27.10.2008 F.to Sebastiano Della Gatta
Lettieri: "Il Cdl istiga i cittadini a non pagare le tasse"
GRICIGNANO. “Quella posta in essere dal Circolo della Libertà è pura disinformazione ed istigazione verso i cittadini a non pagare le tasse”.
Il sindaco di Gricignano e assessore provinciale, Andrea Lettieri, smentisce quanto sostenuto dal coordinatore cittadino del Circolo della Libertà, Sebastiano Della Gatta, secondo il quale il debito vantato dall’Acqua Campania riguardante le acque di depurazione può essere annullato alla luce delle ultime decisioni della Corte Costituzionale. “La sentenza a cui si fa riferimento – spiega il sindaco Lettieri - riguarda i Comuni che non usufruiscono di impianti di depurazione, mentre la rete fognaria di Gricignano scarica regolarmente le acque reflue attraverso il depuratore di Villa Literno”.
Pertanto, come afferma il primo cittadino, la sentenza numero 335 del 10 ottobre della Corte Costituzionale non è valida per il Comune di Gricignano. La stessa sentenza, infatti, dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 14, comma 1, legge 5 gennaio 1994, n. 36 (Disposizioni in materia di risorse idriche) e dell’art. 155, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 (Norme in materia ambientale), nella parte in cui prevedono che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti “anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi”.
“A questo punto – incalza il sindaco – attendo dal coordinatore del Circolo della Libertà un’indicazione valida per risolvere il problema del debito dell’AcquaCampania. Intanto, rivolgo allo stesso coordinatore un appello: prima di fornire ai cittadini notizie false farebbe bene a verificarle. Anche perché se i cittadini interpretassero le sue dichiarazioni come un invito a non pagare le tasse relative alle acque reflue potrebbe incorrere in eventuali reati”.
(TRATTO DA PUPIA)
domenica 26 ottobre 2008
PENSANO SOLO A VENDERE....
Più che crisi parlerei di deleteria ostinazione a voler trovare ad ogni costo un modo indolore per far inghiottire il rospo all’intera cittadinanza e trasformare il diritto di superficie in diritto di proprietà nella zona PEEP, proponendo l’alienazione del territorio come unica terapia per far fronte alla loro ormai chiara, fallimentare gestione e quindi, al disavanzo di bilancio. Ormai non pensano ad altro, al punto di non accorgersi di quanto accade intorno. La Corte Costituzionale con sentenza n. 335 del 10 ottobre, ha dichiarato illegittime le norme in materia di tariffe per la depurazione idrica quando manchino gli impianti di depurazione o di potabilizzazione. La norma si applica anche quando gli impianti siano temporaneamente inattivi. E loro che fanno? Niente, si deve solo vendere!
È stata dichiarata, infatti, l'illegittimità costituzionale dell'art. 14, comma 1, legge 5 gennaio 1994, n. 36 (Disposizioni in materia di risorse idriche) e dell'art. 155, comma 1, primo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 (Norme in materia ambientale), nella parte in cui prevedono che la quota di tariffa riferita al servizio di depurazione è dovuta dagli utenti «anche nel caso in cui manchino impianti di depurazione o questi siano temporaneamente inattivi». La Corte Costituzionale parte da un presupposto semplice: poiché il canone di depurazione è un corrispettivo ad un servizio reso (e non un tributo), se non vi è il servizio, non può essere chiesto il corrispettivo.
Le conseguenze di questa sentenza sono di enorme importanza: innanzitutto, tutti quei cittadini che non abbiano fognature allacciate a impianti di depurazione (ovvero questi impianti siano temporaneamente inattivi) non devono più pagare il canone di depurazione. Ma, ancor più importante, anche le somme versate negli anni passati dovrebbero essere restituite a chi le ha ingiustamente pagate e per chi a tratti non le ha pagate, come nel caso di Gricignano, non dovrebbe a questo punto più pagarle. Partendo dal presupposto che il Comune di Gricignano per lunghi anni non era collegato ad alcun depuratore e che quando lo è stato, i depuratori stessi erano inattivi, come adesso per esempio, dove a lanciare l’allarme è lo stesso assessore regionale al ramo, Ganapini che sostiene che i depuratori sporcano, allora perchè non si chiede l’annullamento del provvedimento di riscossione emesso da “Acqua Campania”? Chi dovrebbe tutelare i cittadini? Ma questo evidentemente alla maggioranza non interessa o forse non è mai interessato, questo è purtroppo l’unico dato che emerge.
Gricignano di Aversa, 26.10.2008
F.to Sebastiano Della Gatta
mercoledì 22 ottobre 2008
E' GIUNTA L'ORA DI ANDARE A CASA
“Dopo la fallimentare esperienza della società mista denominata Gmc, considerata da questa maggioranza una creatura nata per essere la panacea di tutti i mali, ma che si è rivelata solo l’inizio dei mali, anche per essere balzati agli onori nella cronaca nera; dopo il bilancio fallimentare in tutti i sensi, fino all’orlo del dissesto finanziario, per sanare il quale, hanno proposto di sacrificare il territorio rinunciando alla proprietà dei suoli della Us Navy e della zona Peep; dopo l’interminabile farsa relativa alla piscina comunale; dopo la inqualificabile conduzione dei lavori di metanizzazione che ha trasformato intere zone del paese in scenari da terzo mondo; dopo la riprovevole autorizzazione per la realizzazione di un opificio altamente rischioso per la salute dei cittadini; dopo il disastro relativo al neo Istituto Comprensivo che ha buttato letteralmente in mezzo ad una strada numerosi alunni; è arrivato il momento di compiere l’ultimo e, peraltro, unico atto saggio per il quale verrà ricordata questa maggioranza: rimettere il mandato e andare a casa”.
verso il PDL
Gricignano
verso il PDL
Gricignano
sabato 11 ottobre 2008
DE ROSA: SCANDALOSO!!
Ancora una volta abbiamo avuto ragione anche se, per dirla tutta, avremmo preferito in questo caso avere torto. L’Istituto Comprensivo tanto celebrato da questa maggioranza si è rivelato un fallimento. Avevamo segnalato a più riprese che l’Istituto Comprensivo che stava per nascere a Gricignano non assomigliava neanche lontanamente a quella realtà estesa che comprende oltre il 40% delle scuole italiane. Questa maggioranza, come volevasi dimostrare, si è comportata come la peggiore specie di burocrati, sommando solo numeri ad altri numeri dimenticando però che dietro le cifre c’erano e ci sono I NOSTRI FIGLI.
Il risultato di questa “brillante” operazione di marketing è stato l’umiliazione sia degli alunni che del corpo docenti, COSTRETTI A FARE LEZIONE NELLA SALA MENSA, NELL’AULA DEI PROFESSORI E ADDIRITTURA NEI CORRIDOI PER LA MANCANZA DI AULE.
Eppure sembra ieri, quando il consigliere delegato all’istruzione metteva in piedi un “simposio” per illustrare gli adeguamenti che avrebbero interessato la ex scuola media, presentando l’inizio dell’anno scolastico come un evento epocale. In effetti, qualcosa di straordinario è avvenuto e non è certo un déjà vu, ma la nuda e cruda realtà che rappresenta una delle peggiori pagine nella storia della nostra comunità e che vede protagonista la scuola, come nessuno avrebbe voluto e potuto immaginare, catapultata all’improvviso indietro nel tempo, dove per studiare ci si arrangiava in locali ed aule improvvisate. E meno male che sotto l’aspetto pedagogico ci ritroviamo un corpo docenti all’altezza del ruolo ed una dirigente dalle indiscusse qualità morali, professionali e manageriali, altrimenti, non ci restava altro da fare che chiudere la scuola per fallimento.
A questo punto, essendo esaurito ormai il tempo delle chiacchiere, invitiamo i genitori a far valere i propri diritti, costituzionalmente sanciti, con ogni mezzo consentito dalla legge e, richiamiamo L’ESECUTIVO LETTIERI ai propri doveri, per rimediare a questo triste, impresentabile monumento all’incapacità. Per esempio: mettendo a disposizione un padiglione delle ex scuole elementari (già pronto per l’uso). Per quanto ci riguarda continueremo ad essere una spina nel fianco, incalzando e sollecitando questa maggioranza, affinché tutto ciò si realizzi nel minor tempo possibile.
Verso
IL POPOLO DELLA LIBERTA’
Gricignano di Aversa
lunedì 22 settembre 2008
SI SALVI CHI PUO’
Il Comune di Gricignano nei giorni scorsi ha autorizzato la realizzazione di un opificio industriale per il trattamento degli scarti e sottoprodotti derivati dalla macellazione animale (ossa, interiora ecc.).
Se tutto ciò dovesse tradursi in un nuovo incubo come quello che già vivono i cittadini dell’agro atellano (e ciclicamente anche i gricignanesi), a causa dell’aria irrespirabile dovuta alle esalazioni fetide, sprigionate dall’azienda che opera ad Orta di Atella, guarda caso nello stesso specifico settore, si determinerebbe un danno irreparabile, ovvero:
PERICOLO PER LA SALUTE DEI CITTADINI
PEGGIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELLA VITA
DEPREZZAMENTO IMMOBILIARE
OSTACOLO PER POTENZIALI INSEDIAMENTI INDUSTRIALI
Viene da chiedersi, ma gli amministratori comunali dove vivono?
È possibile che gran parte di essi hanno, seppur informalmente, dichiarato di non sapere nulla al riguardo?
È possibile che il comune non ha più il controllo sul proprio territorio?
E allora chi è che decide in nome e per conto dei cittadini, se non sono gli amministratori a farlo?
Si invita il Sindaco ed in particolare l’assessore all’ambiente a relazionare sulla questione, fornendo quanto prima i dettagli e gli eventuali rischi per la popolazione.
Verso
IL POPOLO DELLA LIBERTA’
AN – CDL - F.I.)
lunedì 28 luglio 2008
ZONA PEEP: INTERVIENE IL CDL
Lo scorso 26 giugno 2008 la maggioranza guidata dal Sindaco Andrea Lettieri, con una delibera di giunta, ha approvato l’indirizzo politico circa la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà nella zona P.E.E.P., con il precipuo scopo di ripianare i debiti del comune corrispondenti a circa 730mila euro.
Ad intervenire sulla questione è il presidente del Circolo della Libertà Sebastiano Della Gatta che dichiara: per capire la portata dell’intervento, non si può non considerare l’annosa questione che ha portato alla scelta di espropriare circa 800 mila metri quadri di terreno agricolo per realizzare, tra l’altro, la cittadella US NAVY, attraverso il sistema dell’edilizia pubblica, modalità che ancora oggi ci lascia perplessi circa la sua legittimità.
Parte di quel terreno, espropriato dal famigerato consorzio per Gricignano, è stato assegnato successivamente, con la formula della cessione del diritto di superficie, a cooperative per la costruzione di circa 1200 abitazioni in regime di edilizia economica e popolare.
È pur vero che le ZONE PEEP nascono con lo scopo di soddisfare una richiesta di case ed in particolar modo, per favorire le famiglie meno abbienti, le giovani coppie e nello stesso tempo calmierare i prezzi delle vendite e delle locazioni, ma sta di fatto che un intervento di tale portata non trova nessuna giustificazione in una realtà quale la nostra dove il rapporto casa/famiglia e di circa 2 a 1 e dove un insediamento del genere va a stravolgere non solo l’assetto urbanistico ma soprattutto il tessuto sociale, creando in sintesi una città nella città.
Quindi assodato che il sacrificio dei nostri proprietari/contadini, che si sono visti espropriare il proprio bene ricevendo in cambio elemosina, non è servito a soddisfare esigenze di prima casa di propri concittadini, con la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà, torna ad aleggiare lo spettro della speculazione edilizia che renderebbe il piano PEEP una farsa e soprattutto una ulteriore possibilità di arricchimento per pochi.
Ritornando all’aspetto puramente economico dell’operazione, mi sento di dire all’Amministrazione Comunale che mi sembra abbastanza avventata e soprattutto sproporzionata la scelta di ripianare un debito di bilancio di circa 730 mila euro, svendendo un pezzo di città che vale almeno quaranta volte tanto, soprattutto in assenza di un vero e proprio scopo amministrativo.
È scontato che tali scelte, giuste o sbagliate che siano, rientrano a pieno titolo nell’azione di governo della maggioranza, ma ritengo, essendo la questione di rilevante importanza, auspicabile un momento di confronto con il coinvolgimento dei cittadini nonché dei partiti e delle associazioni locali.
sabato 12 luglio 2008
GRICIGNANO E L'ISOLA (PEDONALE) CHE NON C'E'
Centro storico e l’isola che non c’è. Ma è così difficile attuare l’isola pedonale a Gricignano?
Questa soluzione è stata, da tempo, adottata in quasi tutti i centri storici di città piccole, medie o grandi. Il vantaggio principale è costituito dal fatto che l'aria è meno inquinata e la soglia di rumore è più bassa per via della mancanza di traffico.
Per queste ragioni sempre più centri urbani hanno adottato politiche tese all’incremento delle zone ad esclusivo accesso pedonale, rendendo più tranquillo e confortevole il passeggio. A Gricignano invece, nonostante ci siano tutte le condizioni (strade alternative, parcheggi ecc.) per poter attuare l’isola pedonale, la maggioranza, in netta controtendenza con quanto accade ormai dappertutto, si dimostra indifferente e, soprattutto, inoperosa visto che il tema rientra, tra l’altro, nel proprio programma amministrativo.
Basterebbe ascoltare il sentire comune, per rendersi conto che c’è la necessità, almeno nei giorni festivi, di fare quattro passi per il centro cittadino, magari con i propri figli, a piedi o in bicicletta, senza dover fare la gimcana, tra il carosello di auto e motorini o assistere al groviglio di lamiere, rappresentato dai veicoli in sosta che fanno da cornice ad un centro cittadino, già di per sé arido e cementificato che ha eretto ad emblema, una piazza che assomiglia ad una grande esposizione di porfido, piuttosto che al luogo considerato da sempre l’epicentro della vita sociale di una comunità, priva di un angolo di verde e di qualsivoglia ornamento degno di questo nome.
Inoltre, l’istituzione dell’isola pedonale, favorirebbe una maggiore presenza di bambini che darebbero, se non altro, una nota di colore e forse anche di calore, ad una piazza, da sempre considerata pertinenza esclusiva del “gotha” della politica (i signori delle piantelle) che potrebbe almeno per un giorno, consegnare simbolicamente, “le chiavi della città”.
Perciò, “cara” amministrazione comunale, diamoci una mossa e cerchiamo di rendere migliore il grado di vivibilità della nostra cittadina.
COORDINAMENTO
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IL POPOLO DELLA LIBERTA'
sabato 5 luglio 2008
INCROCIO O ROULETTE RUSSA?
Urge un intervento immediato per salvaguardare la sicurezza degli automobilisti e mettere fine a quello che assomiglia più ad una “roulette russa” che ad un incrocio.
Stiamo parlando dell’intersezione che da piazza Municipio si immette su corso Umberto I.
Ebbene, sarà per la poca visibilità o forse per il segnale di stop disposto male, piuttosto che per qualsiasi altra ragione, ma sta di fatto che non passa giorno, senza dover registrare, purtroppo, un sinistro o per i più fortunati una scampata collisione.
Riteniamo che un numero così alto di incidenti, fanno pensare ad una oggettiva pericolosità di quell’incrocio, dove parte delle responsabilità sono da ricondurre, evidentemente, alla segnaletica stradale e/o ai sensi di marcia.
Difatti, nel caso di specie, l’automobilista proveniente da via Aversa che transita da piazza Municipio, per immettersi in c.so Umberto I°, a causa della poca visibilità, dovuta alla presenza della casa comunale, deve sporgersi quel tanto in più, quanto basta, per trovarsi di colpo, al centro dell’incrocio ed essere attinto, inevitabilmente, da chi proviene da via S. Antonio Abate.
È capitato veramente a chiunque di trovarsi in tale situazione, compreso qualche amministratore e allora, cosa si aspetta per intervenire?
Si potrebbe, per esempio, fare a senso unico il tratto che va dalla chiesa in direzione via S. Antonio Abate e contestualmente obbligare chi proviene dalla predetta via, a fare il senso rotatorio della piazza. Questa può essere una soluzione, ma resta il fatto che qualsiasi accorgimento e/o modifica, debba essere fatta il prima possibile perché in gioco c’è la sicurezza degli utenti della strada, ovvero, di tutti i cittadini.
Pertanto, riteniamo che ulteriori ritardi rappresenterebbero una mancanza particolarmente grave e quindi, invitiamo l’Amministrazione Comunale ad affrontare e risolvere la problematica con la celerità che merita.
COORDINAMENTO
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IL POPOLO DELLA LIBERTA'
sabato 28 giugno 2008
TRIBUTI: LA "I.A.P." CONTINUA A STUPIRE
Dopo il balzello di 5,88 euro imposto sugli avvisi di pagamento (Tarsu e Acquedotto), sottoforma di diritti di notifica, per il quale, nei giorni scorsi, abbiamo consegnato all’assessore al ramo, pareri legali ed ampia giurisprudenza circa la sua illegittimità, la concessionaria “I.A.P S.r.l.” incaricata per la riscossione dei Tributi nel Comune di Gricignano di Aversa, continua a stupirci.
In questi giorni infatti, numerosissimi nostri concittadini, si sono visti notificare una lettera ove si contestava, l’omessa denuncia relativa alla Tassa per i Rifiuti Solidi Urbani, con allegato un modello per la rilevazione degli immobili, sotto forma di verbale di accertamento.
Pur comprendendo l’oggetto della richiesta, peraltro giusta e legittima, fatta dell’ente ai cittadini risultati inadempienti, non si capisce però, la funzione del documento allegato che invece di rappresentare una scheda questionario, (nella quale il cittadino fornisce i dati richiesti sottoscrivendola unilateralmente) rappresenta un vero e proprio verbale di accertamento con tanto di “firma dell’accertatore”, della “data di accertamento” e della firma da parte del cittadino “per accettazione” .
Riteniamo che l’ente sia ben consapevole della procedura relativa all’istituto giuridico dell’ accertamento, così come non disconosce il fatto che per la redazione del “verbale” è prevista la figura del Pubblico Ufficiale che presso l’abitazione del cittadino, in contraddittorio tra le parti, effettua la rilevazione. Sembrerebbe che non ci troviamo di fronte a quest’ultima fattispecie e quindi, riteniamo che trattasi di un vero e proprio errore formale che non solleva però, la “I.A.P.” e quindi l’amministrazione comunale, dagli obblighi circa la chiarezza e la trasparenza degli atti prodotti dalla pubblica amministrazione, così come peraltro, contemplato nello statuto dei diritti del contribuente.
Pertanto, invitiamo l’Ufficio Tributi e per esso la “I.A.P.” a rettificare la richiesta, ancorché legittima, e chiarire meglio la posizione dei cittadini interessati che risultano al quanto disorientati in merito all’accaduto.
COORDINAMENTO
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IL POPOLO DELLA LIBERTA’
In questi giorni infatti, numerosissimi nostri concittadini, si sono visti notificare una lettera ove si contestava, l’omessa denuncia relativa alla Tassa per i Rifiuti Solidi Urbani, con allegato un modello per la rilevazione degli immobili, sotto forma di verbale di accertamento.
Pur comprendendo l’oggetto della richiesta, peraltro giusta e legittima, fatta dell’ente ai cittadini risultati inadempienti, non si capisce però, la funzione del documento allegato che invece di rappresentare una scheda questionario, (nella quale il cittadino fornisce i dati richiesti sottoscrivendola unilateralmente) rappresenta un vero e proprio verbale di accertamento con tanto di “firma dell’accertatore”, della “data di accertamento” e della firma da parte del cittadino “per accettazione” .
Riteniamo che l’ente sia ben consapevole della procedura relativa all’istituto giuridico dell’ accertamento, così come non disconosce il fatto che per la redazione del “verbale” è prevista la figura del Pubblico Ufficiale che presso l’abitazione del cittadino, in contraddittorio tra le parti, effettua la rilevazione. Sembrerebbe che non ci troviamo di fronte a quest’ultima fattispecie e quindi, riteniamo che trattasi di un vero e proprio errore formale che non solleva però, la “I.A.P.” e quindi l’amministrazione comunale, dagli obblighi circa la chiarezza e la trasparenza degli atti prodotti dalla pubblica amministrazione, così come peraltro, contemplato nello statuto dei diritti del contribuente.
Pertanto, invitiamo l’Ufficio Tributi e per esso la “I.A.P.” a rettificare la richiesta, ancorché legittima, e chiarire meglio la posizione dei cittadini interessati che risultano al quanto disorientati in merito all’accaduto.
COORDINAMENTO
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IL POPOLO DELLA LIBERTA’
mercoledì 25 giugno 2008
LAVORI DI METANIZZAZIONE: PROTESTE DEI RESIDENTI
Ancora disservizi legati ai lavori di metanizzazione in corso di esecuzione a Gricignano. Questa volta ad alzare la protesta sono i residenti di via Casolla, che fanno eco ai cittadini residenti nelle zone interessate precedentemente dai lavori di metanizzazione.
In questa occasione, a farsi portavoce del malcontento dei cittadini è Giuseppe Colella, abitante di via Casolla, attualmente in pensione ma per anni, impiegato proprio nel settore edilizio che ha dichiarato: sinceramente nemmeno negli anni 60 ho assistito ad una esecuzione dei lavori, più spregiudicata di questa, svolta all’insegna del non rispetto delle regole sia dal punto di vista della sicurezza dei cittadini che da quello della corretta esecuzione ad opera d’arte. La ditta esecutrice, ha tutto l’interesse di velocizzare i lavori, ma questo non la autorizza a prescindere dalle regole, peraltro rigide in tema di sicurezza e soprattutto non la legittima a trattare i cittadini di Gricignano come abitanti del terzo mondo.
È mai possibile – aggiunge COLELLA - che siamo costretti a serrare le imposte, per evitare di essere invasi letteralmente dalla polvere, senza calcolare l’insopportabile rumore presente in tutte le ore. Uscire di casa poi, è diventata un’impresa ardua, se ti va bene e non caschi o inciampi nello scavo ricavato per l’innesto della tubazione, aperto o coperto di solo terreno, (ovviamente non isolato da transenne) non riesci di certo a scampare al pietrisco lasciato sul fondo stradale piuttosto che all’impervia coltre di polvere che in particolar modo nelle persone anziane, determina un ulteriore problema per la respirazione che si associa al già insopportabile caldo torrido di questi giorni.
C’è da dire che il sottoscritto ha interessato immediatamente l’amministrazione comunale, ricevendo rassicurazioni circa un intervento immediato che ponesse rimedio alla problematica. Ma come al solito si sono rivelate “promesse da marinaio”. D’altra parte la questione - chiosa COLELLA - è stata reiteratamente evidenziata anche dal Circolo della Libertà e dalle altre forze politiche del PDL, ma purtroppo per noi, l’amministrazione comunale e l’assessore ai lavori pubblici hanno fatto “orecchie da mercanti”, disinteressandosi completamente delle istanze dei cittadini e soprassedendo colpevolmente ad uno squallore che non fa onore a nessuno, iniziando proprio dal primo cittadino.
Giuseppe COLELLA
Via casolla - Gricignano di Aversa (CE)
In questa occasione, a farsi portavoce del malcontento dei cittadini è Giuseppe Colella, abitante di via Casolla, attualmente in pensione ma per anni, impiegato proprio nel settore edilizio che ha dichiarato: sinceramente nemmeno negli anni 60 ho assistito ad una esecuzione dei lavori, più spregiudicata di questa, svolta all’insegna del non rispetto delle regole sia dal punto di vista della sicurezza dei cittadini che da quello della corretta esecuzione ad opera d’arte. La ditta esecutrice, ha tutto l’interesse di velocizzare i lavori, ma questo non la autorizza a prescindere dalle regole, peraltro rigide in tema di sicurezza e soprattutto non la legittima a trattare i cittadini di Gricignano come abitanti del terzo mondo.
È mai possibile – aggiunge COLELLA - che siamo costretti a serrare le imposte, per evitare di essere invasi letteralmente dalla polvere, senza calcolare l’insopportabile rumore presente in tutte le ore. Uscire di casa poi, è diventata un’impresa ardua, se ti va bene e non caschi o inciampi nello scavo ricavato per l’innesto della tubazione, aperto o coperto di solo terreno, (ovviamente non isolato da transenne) non riesci di certo a scampare al pietrisco lasciato sul fondo stradale piuttosto che all’impervia coltre di polvere che in particolar modo nelle persone anziane, determina un ulteriore problema per la respirazione che si associa al già insopportabile caldo torrido di questi giorni.
C’è da dire che il sottoscritto ha interessato immediatamente l’amministrazione comunale, ricevendo rassicurazioni circa un intervento immediato che ponesse rimedio alla problematica. Ma come al solito si sono rivelate “promesse da marinaio”. D’altra parte la questione - chiosa COLELLA - è stata reiteratamente evidenziata anche dal Circolo della Libertà e dalle altre forze politiche del PDL, ma purtroppo per noi, l’amministrazione comunale e l’assessore ai lavori pubblici hanno fatto “orecchie da mercanti”, disinteressandosi completamente delle istanze dei cittadini e soprassedendo colpevolmente ad uno squallore che non fa onore a nessuno, iniziando proprio dal primo cittadino.
Giuseppe COLELLA
Via casolla - Gricignano di Aversa (CE)
sabato 14 giugno 2008
GRICIGNANO: ZONA FRANCA
Sono cresciuti negli ultimi anni i fenomeni legati alla criminalità, soprattutto furti e rapine.
C’è una carenza nel controllo del territorio, degli extra-comunitari e delle attività da loro gestite.
C'è un processo di normalizzazione del fenomeno della criminalità che ha prodotto un duplice effetto: minor ricorso alla denuncia e rassegnazione.
E’ ormai noto che la recrudescenza del fenomeno microcriminalità è legata in parte anche al crescente numero di extracomunitari irregolari che a Gricignano, negli ultimi tempi, sembra che abbiano trovato una vera e propria “zona franca”, come dire una piccola “repubblica delle banane” dove poter fare ognuno i cavoli propri.
Se il Sindaco ritiene di non poter fare niente per arginare il problema, dimostrandosi tacitamente consenziente, noi pensiamo invece che ha il dovere, nell’ambito delle proprie competenze, di farsi carico delle istanze dei cittadini in tema di sicurezza, ad esempio:
-attuando la Banca dati suddivisa per etnie, così come promesso in campagna elettorale;
-richiedendo un’ intensificazione del controllo del territorio, con il rafforzamento di organico della nuova caserma dei Carabinieri;
-istituendo, di concerto con i suoi colleghi, turni di vigilanza associata tra i vari comandi di polizia municipale dell’Unione dei Comuni “ATELLA”, come prevede tra l’altro il regolamento della polizia locale;
-Controllando le attività commerciali gestite da extracomunitari, iniziando dalla verifica dei locali e dalla destinazione d’uso commerciale.
-Sensibilizzando i cittadini in ordine alla Legge Bossi-Fini ed alle modifiche che hanno introdotto la confisca dei beni per chi favorisce la permanenza di extracomunitari irregolari sul territorio dello Stato, per esempio dando in affitto le case;
Con questi strumenti, se attuati, è possibile iniziare a creare le condizioni per giungere ad un patto per la sicurezza in cui tutti: istituzioni, forze dell’ordine, enti locali, categorie economiche e cittadini, possano ritrovare un clima di collaborazione e di fiducia.
________________________________________________________________________________
PENSI ANCORA CHE QUESTI AMMINISTRATORI AGISCONO PER CONTO TUO? RIALZATI GRICIGNANO !! VIENI A COSTRUIRE IL TUO FUTURO CON IL POPOLO DELLA LIBERTA.
IL PDL GRICIGNANO
(F.I. – A.N. – CDL)
mercoledì 4 giugno 2008
LO ZIBALDONE
L’arroganza sciorinata dal consigliere comunale Luigi Diretto, delegato alla pubblica istruzione, durante l’ultima seduta consiliare, in ordine alla questione Istituto Comprensivo, gli ha prodotto un unico risultato: una laurea in fiction, per aver saputo stravolgere la realtà e non solo………………….
Riteniamo che certi incarichi, come quello della pubblica istruzione, debbano essere ricoperti da politici che abbiano una preparazione culturale adeguata e che sappiano conciliare, allo stesso tempo, efficienza ed efficacia per il raggiungimento degli obiettivi che in questo caso, corrispondono a progettualità territoriale in virtù di esigenze educative. Quelle stesse esigenze, trascurate dal delegato Diretto, visto che è stato così “lungimirante” da fregarsene letteralmente degli evidenti problemi di socializzazione a cui sarebbero stati esposti i 60 bambini, distaccati presso quello che potremmo definire, pseudo Istituto Comprensivo.
In altri termini, la nostra scuola non si può permettere una rappresentanza politica che ha la presunzione di poter fare “scuola e doposcuola ad altre amministrazioni” (frase pronunciata dal delegato Diretto, durante il consiglio comunale del 16.04.2008) e nello stesso tempo, con uno slancio di solennità affettata, associare il Sommo Poeta (Dante Alighieri) alla frase “ai posteri l’ardua sentenza”, facendo rivoltare nella tomba Alessandro Manzoni ed inorridire i presenti.
Pertanto, consigliamo umilmente, al delegato all’istruzione Luigi Diretto che di professione vende libri, essendo egli monopolista a Gricignano, nella fornitura di testi all’utenza delle scuole elementari e medie, (argomento questo che approfondiremo in futuro per meglio qualificare la sua posizione dominante nel settore) di sfogliarne qualcuno di tanto in tanto.
Per quanto concerne invece, l’Istituto Comprensivo, rimaniamo dello stesso avviso e cioè che circa un terzo delle scuole medie della provincia, presentano situazioni di sottodimensionamento e nessuno, ha avvertito la “catastrofe” così come il lungimirante, astuto, consigliere Diretto che ha messo in piedi, con 60 agnelli sacrificali, uno zibaldone che ha il coraggio di definire Istituto Comprensivo.
Per queste ragioni, d’ora in poi, all’istruzione avremo quale unico riferimento il Sindaco, nelle more che ritiri la delega conferita, imprudentemente, al consigliere Luigi Diretto per assegnarla ad un assessore che sia all’altezza del ruolo.
Riteniamo che certi incarichi, come quello della pubblica istruzione, debbano essere ricoperti da politici che abbiano una preparazione culturale adeguata e che sappiano conciliare, allo stesso tempo, efficienza ed efficacia per il raggiungimento degli obiettivi che in questo caso, corrispondono a progettualità territoriale in virtù di esigenze educative. Quelle stesse esigenze, trascurate dal delegato Diretto, visto che è stato così “lungimirante” da fregarsene letteralmente degli evidenti problemi di socializzazione a cui sarebbero stati esposti i 60 bambini, distaccati presso quello che potremmo definire, pseudo Istituto Comprensivo.
In altri termini, la nostra scuola non si può permettere una rappresentanza politica che ha la presunzione di poter fare “scuola e doposcuola ad altre amministrazioni” (frase pronunciata dal delegato Diretto, durante il consiglio comunale del 16.04.2008) e nello stesso tempo, con uno slancio di solennità affettata, associare il Sommo Poeta (Dante Alighieri) alla frase “ai posteri l’ardua sentenza”, facendo rivoltare nella tomba Alessandro Manzoni ed inorridire i presenti.
Pertanto, consigliamo umilmente, al delegato all’istruzione Luigi Diretto che di professione vende libri, essendo egli monopolista a Gricignano, nella fornitura di testi all’utenza delle scuole elementari e medie, (argomento questo che approfondiremo in futuro per meglio qualificare la sua posizione dominante nel settore) di sfogliarne qualcuno di tanto in tanto.
Per quanto concerne invece, l’Istituto Comprensivo, rimaniamo dello stesso avviso e cioè che circa un terzo delle scuole medie della provincia, presentano situazioni di sottodimensionamento e nessuno, ha avvertito la “catastrofe” così come il lungimirante, astuto, consigliere Diretto che ha messo in piedi, con 60 agnelli sacrificali, uno zibaldone che ha il coraggio di definire Istituto Comprensivo.
Per queste ragioni, d’ora in poi, all’istruzione avremo quale unico riferimento il Sindaco, nelle more che ritiri la delega conferita, imprudentemente, al consigliere Luigi Diretto per assegnarla ad un assessore che sia all’altezza del ruolo.
venerdì 7 marzo 2008
PDL GRICIGNANO: LAVORI PUBBLICI A PASSO DI GAMBERO, ACCUSE DA F.I.
E’ il j’accuse rivolto all’amministrazione comunale dalla locale sezione di Forza Italia (Popolo della Libertà) attraverso il delegato Giovanni Maisto.
“Facendo una rapida analisi sulle opere pubbliche eseguite e/o in corso di esecuzione, - dice Maisto - ci si accorge che questa amministrazione comunale ha un modus operandi, in fatto di lavori pubblici, decisamente fuori da ogni logica. Degli esempi? Viene eseguito il parcheggio di Piazza Municipio e nonostante sia stato ultimato da quasi due anni non viene aperto perché tutto ad un tratto ci si accorge che 7 o 8 posti auto non rispondono alle reali esigenze della comunità. Quindi, avranno pensato, meglio aspettare l’esito del contenzioso in corso con i proprietari dell’adiacente lotto di terreno, per tentare un ampliamento. Ricordiamo, ad onor del vero che di queste problematiche l’esecutivo Lettieri ne era già a conoscenza prima dell’inizio dei lavori, ma allora incombeva la campagna elettorale, bisognava, evidentemente, buttare il cd. fumo negli occhi ai cittadini”.
“E che dire dei lavori in via S. Antonio Abate? - continua Maisto - Si è proceduto a rifare il look alla strada, tralasciando il ben più importante e annoso problema allagamento, per non parlare del fatto che la strada, ormai pavimentata da due anni, manca ancora di nuova illuminazione, arredo urbano e piante. Alla faccia della politica alacre. E per finire, la Chiesa. Quale? Quella che verrà naturalmente! Il paradosso si raggiunge proprio in questo caso. Infatti, dove la struttura è già esistente e fruibile (esempio via Sant’Antonio Abate), l’opera non viene completata, mentre, dove la chiesa non è stata ancora costruita e chissà quando bisognerà aspettare per vederla, l’amministrazione Lettieri ha pensato bene di investire le ormai esigue risorse, per completare le opere asservite al luogo di culto, con tanto di pavimentazione in porfido, illuminazione artistica e panchine che per il momento, i cittadini, di gran lunga più parsimoniosi dei loro amministratori, avrebbero fatto sicuramente a meno.
Noi riteniamo - conclude Maisto- che per raggiungere un livello qualitativamente alto della vita di una città, si debbano concentrare maggiormente gli investimenti su atti facilmente fruibili dai cittadini e non mettere in cantiere una pluralità di opere, a mo di specchietto per le allodole, per poi procrastinarle alle calende greche. Ma questo si sa è il modo di fare di chi ha a cuore gli interessi dei cittadini”.
venerdì 29 febbraio 2008
PDL: IL CIRCOLO DELLA LIBERTA' DI GRICIGNANO IN PIAZZA.
Anche il Circolo della Libertà di Gricignano di Aversa si mobilita per le primarie sul programma del Popolo della Libertà. Ad annunciarlo è il presidente del CdL, Sebastiano Della Gatta che afferma - Domenica 2 Marzo, infatti, in piazza Municipio a Gricignano, così come in tutte le piazze d’Italia, verrà allestito un gazebo dove i cittadini potranno dire quali sono le priorità che il Popolo della Libertà dovrà affrontare in caso di vittoria alle prossime elezioni. Alle primarie saranno dunque distribuite tre schede: una sul lavoro, una sulla famiglia e l’ultima sulla sicurezza. Su ciascuna saranno indicati cinque punti di ognuno di questi i nostri concittadini, potranno dire se lo ritengono più o meno urgente, dandogli una valutazione da 1 a 5. In basso a ognuna delle tre schede, ci sarà poi uno spazio per commenti, proposte e suggerimenti. Partecipando alle primarie, dunque, i cittadini avranno la possibilità di dare il loro personale contributo alla definizione del programma del Popolo della Libertà, che verrà presto presentato.
giovedì 28 febbraio 2008
Che c’entra l’Istituto Comprensivo con la Direzione Didattica a Gricignano?
A chiedere spiegazioni all’esecutivo guidato da Andrea Lettieri è Giuseppe IULIANO, consigliere comunale di opposizione e socio fondatore del Circolo della Libertà, che afferma: ritengo che la trasformazione della scuola media G. Pascoli in Istituto Comprensivo, con l’aggregazione di due prime classi della scuola primaria (elementare) e di due sezioni della scuola dell’infanzia (materna), sia stata una scelta fuori luogo e priva di ogni fondamento .
È pur vero che il DPR 233/98 (Regolamento per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche) consente l’autonomia della scuola, all’atto in cui la stessa abbia, tra l’altro, una popolazione scolastica di almeno 500 alunni ma, di contro, il problema delle scuole sottoutilizzate, riguarda diversi comuni della Provincia, come per esempio la scuola media di Cesa che consta di circa 320 alunni, numero palesemente inferiore ai 380 ragazzi che frequentano la nostra scuola e ben lontano dai 500 alunni previsti per legge, e nonostante ciò, il comune di Cesa non ha deliberatamente complicato le cose, come è stato fatto per esempio a Gricignano, dove la giunta Lettieri ha richiesto, tra l’altro, l’Istituto Comprensivo con le caratteristiche di cui sopra (con delibera di giunta nr. 148 del 10 ottobre 2007) mettendo come si suol dire “il carro davanti ai buoi”.
Il risultato di questa brillante operazione - aggiunge IULIANO - in termini di numeri è stato che la popolazione scolastica della già scuola media è passata da 380 a circa 440, (numero che ricordo ancora al di sotto dei parametri imposti per legge), mentre sotto l’aspetto umano, che è quello che a noi interessa di più, è che ci sono circa 60 famiglie costrette a iscrivere i propri bambini di tre e cinque anni nella scuola media e, tra queste, vi sono mamme che dovranno dividersi, per esempio, tra un bambino alla scuola F. Santagata ed uno alla scuola G. Pascoli pur frequentando, badate bene, entrambi la scuola primaria. Inoltre, non vanno sottovalutati gli evidenti problemi di socializzazione a cui sarebbero esposti i bambini.
Tirando le somme - conclude il consigliere IULIANO - da questa strana vicenda a farne le spese sono sempre i cittadini che ormai, in tanti, hanno già annunciato di ritirare i propri figli dalla scuola pubblica per ovviare al disservizio subito. Altro che successo, preferirei parlare di fallimento che chiama in causa ancora una volta l’amministrazione Lettieri ed in particolare il delegato all’Istruzione al quale chiedo di prendere provvedimenti per salvare il salvabile e riqualificare la questione alla luce dei disservizi arrecati.
sabato 23 febbraio 2008
RACCOLTA DIFFERENZIATA: “VERGOGNA”
Gricignano è l’ultimo Comune della provincia di Caserta, con una raccolta differenziata pari a 0 %. Questo è il verdetto di Legambiente nella classifica stilata per l’anno 2007.
Non ci aspettavamo di certo risultati eccezionali, ma apprendere addirittura di essere l’esempio negativo per eccellenza di tutta la provincia, ci lascia a dir poco stupefatti, soprattutto in considerazione del fatto che è stato creato un sito di stoccaggio (costato circa 600 mila euro) che avrebbe dovuto permetterci nei lunghi periodi di emergenza, tra l’altro, di proseguire ininterrottamente con la raccolta differenziata.
In verità, il sito di stoccaggio è servito ma ai comuni di Sant’arpino, Cesa, Carinaro e Aversa che vi hanno sversato durante le emergenza pregresse, tant’è che alcuni di questi si sono classificati tra i primi posti della classifica di Legambiente. Uno su tutti: Carinaro che si è attestato al 32,9% di raccolta differenziata.
Eppure l’emergenza rifiuti ha interessato e tutt’ora interessa tutti i comuni della provincia e allora perché solo noi non siamo stati capaci di attivare una seria politica di differenziazione dei rifiuti?
“Fatti non fummo a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”.
In altri termini, i cittadini di Gricignano dall’inferno dei rifiuti a cui sono stati rilegati, sono ben consapevoli di essere di fronte all’ennesimo fallimento che chiama in causa l’Amministrazione Comunale (guarda caso di centro sinistra) ed in particolar modo l’assessore all’ambiente che INVITIAMO A RASSEGNARE LE DIMISSIONI, per aver contribuito a dare il colpo di grazia ad una situazione rifiuti, già di per se vergognosa, ributtante e a tratti addirittura catastrofica, mai conosciuta a memoria d’uomo.
venerdì 15 febbraio 2008
Forza Italia e Specchio: piscina comunale "D'Angelo rassegni le dimissioni".
Anno 2004: All’epoca del primo mandato LETTIERI, più volte e da più parti è stata sollevata la questione piscina comunale. In quel tempo, l’amministrazione comunale, sosteneva che la mancata apertura era dovuta al fatto che la piscina venne realizzata con vasca di tipo olimpionica e quindi non adatta per attività ludico/didattiche, motivo per cui, bisognava intervenire per adeguarla al fine di renderla utilizzabile specialmente per i più piccoli.
Anno 2005: Riproponiamo la questione ma dell’adeguamento annunciato nemmeno l’ombra.
Anno 2006:Secondo mandato LETTIERI. Nel mese di dicembre su nostre reiterate sollecitazioni, l’assessore con delega allo sport Andrea D’Angelo, prometteva la consegna della struttura ai cittadini di Gricignano non oltre la primavera 2007.
Anno 2007: E fu primavera e la piscina è sempre più una chimera. L’assessore allo Sport, su nostro ennesimo intervento a sottolineare una condotta politica tutt’altro che leale, non sapendo più a quale “Santo votarsi” e non paco delle promesse azzardate fatte qualche mese prima, garantiva ancora una volta che nel giro di qualche settimana la struttura sarebbe stata consegnata ai cittadini.
Anno 2008: Acclarata ormai la scarsa considerazione che questi amministratori hanno dei loro concittadini, segnaliamo l’ennesima amara sorpresa, la piscina è stata dichiarata ultimata ma la vasca è rimasta tale e quale. Per intenderci, l’adeguamento che nel 2004 veniva addotto quale motivo della ritardata apertura, non è stato effettuato e quindi, a questo punto, la piscina non dovrebbe essere idonea per le attività ludico/didattiche, ovvero, non sarebbe fruibile per i più piccoli. Ma questo, evidentemente, non importa o forse non è mai importato ai nostri amministratori.
E per finire, non contenti di questo fallimento, per ben due volte, hanno tentato di far passare in Consiglio Comunale una bozza di convenzione per la gestione privata della struttura, palesemente sbilanciata a favore del potenziale aggiudicatario. A chi doveva giovare una convenzione tanto allegra e presuntuosa? Chi stà muovendo le fila?
Staremo a vedere. Intanto, di fronte a questo ennesimo fallimento, riteniamo che un solo atto abbia ancora un senso: LE DIMISSIONI.
(da F.I. e Specchio)
mercoledì 13 febbraio 2008
MVB: «FINALMENTE GLI ITALIANI POTRANNO SCEGLIERE TRA DUE SCHIERAMENTI»
Chi è più nuovo? Berlusconi o Veltroni? Chi da 14 anni cerca di modernizzare l'assetto politico e istituzionale del Paese, o chi da trentacinque ha fatto la sua carriera all'interno del partito (dalla Fgci, al Pci, al Pds, fino ai Ds)? Chi è più nuovo? Il Pd o il Pdl? Ha più ragioni di offrirsi come speranza di rinnovamento il Partito Democratico che ha come presidente (e fondatore) Romano Prodi, o il Popolo della Libertà che offre una casa comune a tutti coloro che non vogliono abiurare nei confronti dei grandi valori delle democrazie occidentali?
Le domande sono retoriche, ma qualcosa di nuovo sta veramente accadendo in Italia: sarebbe un peccato non rendersene conto, inseguendo quesiti inutili. E dannosi. Ma non vogliamo ripetere come un mantra che la politica ha deluso i cittadini. Ci sono momenti in cui è giusto criticare, anche aspramente, ma ci sono altri momenti in cui è doveroso appassionarsi. Soprattutto quando dalla politica vengono segnali di cambiamento. Sarebbe da miopi non vedere che nella settimana appena conclusa qualcosa è cambiato. Anche nella politica italiana. C'è un nuovo spazio di speranza e di partecipazione per i cittadini italiani. Il Popolo della Libertà è quella novità della politica che milioni di italiani attendevano.
Non è retorica. È attenzione a ciò che ci accade intorno. Quindici mesi fa abbiamo dato avvio al nostro movimento - i Circoli della Libertà - che aveva covato fin dall'inizio un sogno: vedere nascere una nuova grande formazione politica che in Italia sapesse partire dai cittadini, non dai partiti, dalle segreterie, dalle oligarchie autoreferenziali. Poi abbiamo sussultato d'emozione, quando il 18 novembre scorso Silvio Berlusconi ha avviato la "svolta del predellino", annunciando la nascita del Popolo della Libertà. Quando il Governo Prodi si è schiantato, vittima delle contraddizioni della sinistra incapace di governare, la gioia si è mescolata al timore. Da un lato l'entusiasmo di vedere finalmente interrotta la iattura del peggior Governo della storia della nostra Repubblica. Dall'altro la preoccupazione che l'imminenza delle elezioni anticipate potesse rallentare - o addirittura rinviare - il processo di cambiamento avviato in novembre in piazza San Babila. Così non è stato. Berlusconi non ha ceduto, il suo sogno, il nostro sogno, è diventato realtà.
E ieri Berlusconi - al meeting dei Circoli della Libertà - ha reso palpabile il segno di questa novità non è tempo di disperdere le energie. Gli italiani avranno una grande opportunità, quella di creare quel bipolarismo virtuoso che nessuna riforme elettorale potrebbe assicurare. Saranno i voti a decretare la nascita di poli competitivi, capaci di candidarsi alla guida del Paese. Il Popolo della Libertà è già quel grande movimento in grado di organizzare il consenso dei liberali e dei moderati italiani, per tradurlo in proposta di Governo. Le divisioni del centrodestra devono scomparire. Gli italiani devono poter scegliere tra liste che siano sintesi comprensibili di valori e progetti. Per questo ben venga anche il Pd, che tuttavia non può fingere di non avere sostenuto il Governo Prodi e i suo disastri: dallo scandalo dei rifiuti di Napoli alla cancellazione di tutte le Grandi Opere avviate da Berlusconi; dalla forsennata tassazione, alla distruzione dello Stato. Questa è la differenza: il Popolo della Libertà vuole ripartire da dove due anni fa era arrivato Berlusconi; il Partito Democratico invece vuole continuare sulla strada disastrosa intrapresa da Prodi.
Michela Vittoria Brambilla (Libero)
martedì 12 febbraio 2008
Buonomo (Legambiente): "Comune virtuoso"
AMBIENTE | Sant'Arpino – Due chilogrammi di rifiuti in meno per ogni cittadino campano in sette giorni: e' la ''dieta'' lanciata da Legambiente per alleviare l'emergenza rifiuti. Una mobilitazione civile partita oggi in diversi comuni della regione, dove i volontari dell'associazione ambientalista hanno rilanciato la raccolta differenziata 'dal basso'. Porta a porta e in piazza, con meeting informativi nelle scuole e volantinaggio, coinvolgendo cittadini, parrocchie, associazioni, comitati e condomini. Fra i comuni che hanno aderito all'iniziativa anche Napoli, dove in piazza Immacolata, nel quartiere Vomero, e' stato allestito uno spazio in cui consegnare rifiuti elettrici ed elettronici. ''La gente all'inizio e' un po' diffidente - ha detto Antonio Gallozzi, responsabile campagne di Legambiente Campania - ma poi viene a consegnare monitor, televisioni e stampanti che altrimenti verrebbero accatastati ai margini dei contenitori gia' sommersi dai rifiuti solidi urbani, data la mancanza di isole ecologiche''. Oltre che nel capoluogo campano anche altri centri della regione hanno aderito all'iniziativa. Fra questi Sant'Arpino in provincia di Caserta, uno dei comuni ''virtuosi'', a detta del presidente di Legambiente Campania, Michele Buonomo, anche lui in piazza. I rifiuti selezionati e raccolti a Sant'Arpino saranno riciclati nell'impianto di Gricignano di Aversa, per Buonomo ''uno dei piu' avanzati d'Italia per la lavorazione della plastica, costretto pero' paradossalmente a importarla da altri Paesi''.
Fonte : Caserta News
lunedì 11 febbraio 2008
Fini: "Vi spiego la svolta storica. Dopo il voto, un partito unico"
Roma - Presidente Fini, che cosa sarà il Popolo della libertà, un cartello elettorale o un vero e proprio partito?
«Non sarà solo un cartello elettorale, guai se lo fosse. È un progetto molto più ambizioso che nasce da un accordo politico e che troverà la sua consacrazione nel momento elettorale ma dovrà necessariamente svilupparsi dopo. Del resto Berlusconi ha chiarito che coloro che saranno eletti con il Pdl faranno parte di un unico gruppo parlamentare».
Come è arrivata l’accelerazione decisiva?
«L’accelerazione è nata dalla consapevolezza della condizione irripetibile in cui si trovava il centrodestra italiano. Rispetto a qualche mese fa e anche rispetto all’aspra polemica che c’era stata dopo l’annuncio di San Babila erano accadute alcune cose che avevano cambiato radicalmente lo scenario».
Ma cosa vi siete detti con Berlusconi? Qual è stata la scintilla?
«A Berlusconi ho detto: ma se ci fosse la legge elettorale scaturita dal referendum, faremmo la lista unica? Berlusconi mi ha risposto di sì. A quel punto parlando ci siamo trovati d’accordo nel dire che per la prima volta poteva nascere un soggetto politico non calato dall’alto attraverso la scissione o la fusione di soggetti esistenti ma dal basso, nelle urne, per espressa volontà del corpo elettorale. E abbiamo rotto gli indugi».
Come farete a dare un’anima a questa nuova creatura?
«Il Pantheon dei nostri valori è condiviso da tempo. E questo è avvenuto grazie all’esperienza di governo e attraverso i valori del Ppe. Inoltre esiste un manifesto dei valori redatto e firmato da tutti noi. Su questo si è andata a innestare la spinta proveniente dal popolo del 2 dicembre che ci ha fatto sentire indietro rispetto al sentire dell’elettorato».
Che cosa significa affrontare queste elezioni senza il simbolo di An? È preoccupato?
«Innanzitutto da domani sarò impegnatissimo a spiegare al partito che cosa sta accadendo. Ma non sono preoccupato per due ragioni: le identità dei partiti non sono espresse solo dai simboli - se fosse così si tratterebbe di identità assai deboli - ma dai valori e dai principi di riferimento. E da questo punto di vista c’è una sostanziale omogeneità soprattutto con Forza Italia. Inoltre già nel ’96 e nel 2001 la maggior parte dei deputati e dei senatori vennero eletti con un simbolo che non era né quello di Forza Italia né quello di An. Senza contare il referendum che promuovemmo per l’abolizione della quota proporzionale».
An verrà sciolta?
«An dovrà discutere fin dalla direzione di sabato, che sarà allargata a tutti i gruppi parlamentari, della nuova strategia. E se, come mi auguro, ci sarà il via libera, nei primi mesi dell’autunno sarà indetto un congresso per sancire questa decisione e avviare la fase successiva che dovrà portare alla nascita di un vero e proprio partito».
Che cosa farà l’Udc a questo punto?
«Sarebbe davvero grave se gli amici dell’Udc non comprendessero l’importanza di ciò che sta accadendo e non contribuissero a rendere il Popolo della libertà più forte e credibile nei valori e nella sua capacità di governo».
Qual è la sua previsione?
«Confido nella lungimiranza di Pier Ferdinando Casini».
Perché concedete alla Lega l’uso del simbolo e all’Udc no?
«La Lega ha una sua specificità legata al fatto che è presente solo in alcune aree. Il modello che mi viene facile evocare è il modello tedesco con l’alleanza strategica tra Cdu e Csu».
Dal punto di vista organizzativo che cosa accadrà? Ci sarà una sede unica? Perderemo sinonimi giornalistici come Via della Scrofa e Via dell’Umiltà?
«Non bisogna avere fretta. L’importante è avere un progetto politico chiaro e vincente. Poi, per dirla con De Gaulle, l’attendenza seguirà. Fermo restando che ritengo importantissimo affinare la macchina organizzativa».
Come si fa ad esorcizzare il rischio di avere un’Armata Brancaleone, con tante sigle che confluiscono insieme?
«Il semplice fatto che ci sia l’impegno di che entra a rimanere nel gruppo parlamentare unico è una garanzia contro i frazionismi. Inoltre dovrà valere la regola delle decisioni a maggioranza».
Spesso in Italia la confluenza di più partiti in un’unica formazione non è riuscita a produrre la somma delle percentuali. Questa volta che cosa accadrà?
«È vero quello che lei dice ma qui siamo in presenza di uno scenario diverso perché questa non è una lista ma il progetto di un soggetto politico capace di rappresentare oltre il 40% degli italiani. È una accelerazione verso un assetto che se non è bipartitico ci va molto vicino».
(da il giornale)
sabato 9 febbraio 2008
Gricignano: zero in pagella per la raccolta differenziata.
GRICIGNANO. “A Gricignano la maglia nera sulla raccolta differenziata”. Lo afferma la sezione cittadina di Forza Italia, che cita la speciale classifica di Legambiente sui “comuni ricicloni” del 2007.
“Il nostro Comune – afferma il coordinamento cittadino azzurro – ha conseguito un bel zero in pagella, classificandosi ultimo su 104 comuni della provincia di Caserta con una raccolta differenziata pari a 0%. Eppure avevamo iniziato la raccolta differenziata già da qualche anno, il trend sarebbe dovuto essere positivo anche in considerazione del fatto che è stato creato un sito di stoccaggio provvisorio che avrebbe dovuto permetterci di non interrompere la raccolta differenziata nei lunghi periodi di emergenza. Sito, che avrà sicuramente rappresentato un valore aggiunto per i comuni di Sant’Arpino, Cesa e Carinaro che vi hanno sversato, com’è noto, durante le emergenze pregresse, tant’è che questi comuni si sono classificati nei primi 20 posti della stessa classifica, con Carinaro che si è attestato al 32,9% di raccolta differenziata. Come dire l’emergenza c’era per tutti e allora perché non siamo stati capaci di attivare una seria politica di differenziazione dei rifiuti? Insomma un vero e proprio fallimento che chiama in causa l’amministrazione comunale, che ha intrapreso una politica timida per la raccolta differenziata e che ha portato e porterà ad aumenti dei costi di smaltimento enormi, perché smaltire l’indifferenziato costa caro, mentre la differenziata è più cara nella fase di raccolta ma estremamente meno cara nella fase di smaltimento, in quanto solo il 10% del totale della raccolta differenziata è organico (parte vegetale, rifiuti da cucina)”.
Gli azzurri poi aggiungono: “Qualche malinformato potrebbe sintetizzare il tutto con la solita frase: ‘…c’è l’emergenza, quindi la raccolta differenziata è l’ultimo dei problemi, ci vogliono gli inceneritori’. Niente di più insensato. Siamo ormai tutti convinti che per completare il ciclo dei rifiuti non si può prescindere dagli inceneritori e/o termovalorizzatori che dir si voglia, ma bisogna evidenziare anche il fatto che gli inceneritori non sono la panacea di tutti i mali perché la loro eventuale portata inquinante è tanto più bassa quanto più alta è la percentuale di raccolta differenziata. Raccolta che, ricordiamo, a Gricignano è ferma al palo”.
Forza Italia conclude: “Invitiamo, pertanto, il sindaco e l’assessore all’ambiente a relazionare, in tempi brevi, sui dati forniti da Legambiente che rappresentano, allo stato, il fallimento dell’intera politica comunale”.
venerdì 8 febbraio 2008
Anche Rotondi nel partito del Popolo della Libertà
La Dca di Gianfranco Rotondi aderisce al partito del Popolo della Libertà. "L'accordo di Berlusconi e Fini sulla lista del Pdl e' una svolta storica. La Dca aveva gia' aderito al Pdl, al Consiglio Nazionale di domani dovro' solo dire ai democristiani che ho l'onore di averli riportati in un grande partito di massa ispirato al Ppe. La transizione italiana e' finita, sara' una vittoria bellissima come quella del '48". Lo dichiara il segretario della Democrazia Cristiana per le Autonomie, senatore Gianfranco Rotondi. -
Cambia la storia del Centro Destra: Berlusconi e Fini raggiungono l'accordo sulla lista unica.
Con il Partito del Popolo della Liberta' si stà scrivendo una pagina storica della politica italiana. Sono le dichiarazioni di Gianfranco Fini al termine dell'incontro avuto con Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli.
"Un nuovo grande soggetto politico ispirato ai valori del Ppe e quindi alternativo alla sinistra", ha affermato Gianfranco Fini che ha aggiunto "Condivido pienamente la proposta di Berlusconi di dare al Popolo delle Liberta' un'unica voce in Parlamento".
Fini lancia poi un appello a Casini: "Mi auguro che anche gli amici dell'Udc vogliano contribuire a scrivere questa importante pagina della storia politica italiana". A questo punto, pero', l'accordo raggiunto con Silvio Berlusconi dovra' essere ratificato da AN: "Nei prossimi giorni - sottolinea Fini - chiedero' doverosamente alla Direzione di An di ratificare questa decisione".
giovedì 7 febbraio 2008
Giovanardi lascia l'Udc assieme a Barbieri: aderiamo al nuovo progetto di Berlusconi
ROMA - Carlo Giovanardi rassegna le dimissioni dall'Udc: «La nostra lista dei popolari liberali aderisce al progetto di Silvio Berlusconi. Non entriamo in Forza Italia ma nel Partito del Popolo della Libertà». L'ex ministro per i Rapporti con il Parlamento nell'ultimo congresso centrista ha preso il 14%, ma fa osservare che «il 72% degli elettori dell'Udc - secondo un sondaggio di Mannheimer - è disposto ad entrare nel Pdl». «In due anni e mezzo - spiega in una conferenza stampa - abbiamo dissentito su tutta la linea. Ora vediamo che nell'Udc si torna a mettere in discussione Berlusconi e prevediamo che torneranno tutti i distinguo, le perplessità che hanno segnato» il governo del centrodestra. Per questo motivo, «proprio mentre dall'altra parte c'è la novità del Pd, noi andiamo in un partito in cui confluiranno tutti quelli che vogliono che l'Italia diventi un Paese normale». Per Giovanardi non «ha più senso un partito che abbia il 4 o il 5%. Invitiamo - aggiunge - i tantissimi amici che ci hanno seguito in questi anni a venire con noi. Con la nostra storia vogliamo essere una componente della costola del Ppe che nascerà in Italia».
GLI ALTRI - L'ex ministro spiega di essere sicuro che il progetto di Berlusconi non si arenerà: «Consideriamo Berlusconi una persona seria, è evidente che ci sarà. Come graficamente si presenterà il progetto alle prossime elezioni è solo una questione tecnica». Insieme a Giovanardi esce dal partito anche un altro deputato centrista, Emerenzio Barbieri.
(corr. sera)
mercoledì 6 febbraio 2008
«Il vice di Bassolino guadagnava un milione» Rifiuti, requisitoria del pm. La Procura: con cifre così alte, più durava l'emergenza più si lucrava
NAPOLI — L'emergenza rifiuti è stata l'occasione per far guadagnare cifre «inimmaginabili » a chi lavorava negli anni scorsi al commissariato straordinario, dove durante la gestione Bassolino i subcommissari hanno ricevuto compensi pari anche a novantacinquemila euro al mese e non c'era quindi alcun interesse a risolvere la situazione. È questo uno dei punti centrali della requisitoria dei pm Noviello e Forleo durante l'udienza preliminare per il rinvio a giudizio del governatore della Campania Bassolino, dei vertici di Impregilo e di alcuni ex rappresentanti del commissariato.
I pm hanno citato i casi più eclatanti: il subcommissario Vanoli percepiva un milione e cinquantamila euro all'anno, i subcommissari Paolucci e Facchi, compensi tra gli ottocento e i novecentomila euro. La stessa situazione si sarebbe verificata anche quando commissario era il prefetto Corrado Catenacci, che in una intercettazione telefonica allegata agli atti del procedimento e citata dai pm, si lamentava con l'interlocutore, perché il suo stipendio era di cinquemila euro mensili, mentre due tecnici della struttura commissariale intascavano cifre pari a un miliardo di lire all'anno.
Con compensi così alti, sostiene la Procura, è chiaro che «più durava l'emergenza più si guadagnava», e quindi la gestione commissariale non avrebbe avuto affatto interesse a superare la crisi. Di qui le molte inadempienze che oggi sono contestate agli imputati — soprattutto non aver messo a norma gli impianti cdr che producono un materiale inutilizzabile come combustibile nel futuro inceneritore di Acerra e in qualunque altro inceneritore — e di cui, secondo i pm, Bassolino era a conoscenza perché il suo ruolo di commissario era un ruolo «amministrativo e non politico» e aveva quindi «giuridicamente l'obbligo di controllare».
L'emergenza che oggi affligge la Campania nasce, sostiene la Procura, anche da quella cattiva gestione commissariale che consentì all'Impregilo di far finire in discarica non il 14 per cento dei rifiuti prodotti, così come prevedeva il piano, ma il 49 per cento, intasando gli impianti e creando quella che i pm chiamano «fame di discariche» con la quale deve fare i conti oggi il commissario De Gennaro mentre cerca di portare la regione fuori dalla crisi.
Una crisi che rischia di costare all'Italia pesanti sanzioni dall'Ue (appena avviata una nuova procedura di infrazione per le troppe discariche abusive in tutto il Paese) e che potrebbe ulteriormente acuirsi a causa del blocco dell'impianto di cdr di Giugliano, che ha i depositi pieni e ieri ha dovuto sospendere la lavorazione dei rifiuti.
F. B. (corr. sera)
Napolitano ha sciolto le Camere
ROMA - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ufficializzato con un decreto lo scioglimento del Senato e della Camera dei deputati. Una decisione presa, come lui stesso ha spiegato in una breve comunicazione ai cronisti, con il grande «rammarico di dover chiamare gli italiani alle urne senza che la riforma elettorale sia stata approvata».
SCELTA OBBLIGATA - Napolitano ha spiegato che la decisione è stata inevitabile, dopo il fallimento del mandato esplorativo affidato al presidente del Senato, Franco Marini. Un lavoro, quello portato avanti per una settimana dalla seconda carica dello Stato, che malgrado «impegno e scrupolo» che il capo dello Stato giudica encomiabili, «non è purtroppo stato coronato da successo». Napolitano non ha insomma nascosto la propria delusione per il passo che ha dovuto compiere. «Già nel febbraio dello scorso anno - ha fatto notare il presidente - rinviando al Parlamento il governo dimissionario avevo evidenziato la necessità di una modifica del sistema elettorale vigente. Ma nella discussione che da allora è seguita hanno a lungo pesato le incertezze tra le forze politiche. Si era tuttavia giunti nelle ultime settimane sulla soglia di una possibile conclusione. Di qui il mio auspicio affinché si procedesse con quella riforma come primo passo verso una revisione delle regole di funzionamento della competizione politica».
«ELEZIONI ANTICIPATE ANOMALIA» - Ma il precipitare della situazione ha impedito l'intesa tra le forze politiche e il netto no dell'opposizione ha legato le mani anche al Quirinale, che in questa situazione non ha potuto fare altro che chiudere la legislatura. «La decisione di sciogliere le Camere è divenuta obbligata - ha detto Napolitano - visto l'esito negativo degli sforzi che ho doverosamente ocmputo nella convinzione che elezioni così fortemente anticipate costituiscano un'anonamlia rispetto al normale succedersi delle legislature parlamentari e non senza conseguenze sulla governabilità del Paese».
«CONTINUI IL DIALOGO» - Napolitano ha però voluto esprimere pubblicamente l'auspicio che il confronto tra i Poli non sia del tutto tramontato: «Il dialogo su questi temi, ora rottosi, resta un'esigenza ineludibile per il futuro del Paese - ha detto -. Mi auguro che campagna elettorale si fondi dunque su quell'esigenza ed è il momento per le forze politiche di dare prova di senso di responsabilità per fare fronte agli impegni a cui l'Italia è chiamata».
A. Sa. (corr.sera)
martedì 5 febbraio 2008
La Corte dei Conti certifica il fallimento del centrosinistra
"La relazione annuale della Corte dei Conti e’ la migliore certificazione tecnica del fallimento politico del centro sinistra al Governo". Lo ha affermato Osvaldo Napoli deputato di Forza Italia. "La magistratura contabile e’ stata impietosa nella sua documentata denuncia contro lo scasso della finanza pubblica nei due anni del Governo Prodi. E’ aumentata la spesa corrente, e’ stata drasticamente ridotta la spesa per investimenti e molte amministrazioni pubbliche non sono neppure piu’ in condizione di lavorare. Peggio ancora e’ andata sul fronte dei rifiuti: la Corte dei Conti ha elencato ben sette infrazioni commesse dall’Italia e rilevate dall’Unione Europea per le quali ci attendono multe pesantissime. La Magistratura contabile ha cosi’ evidenziato il disastro provocato dal centro sinistra in due anni di non-governo. E’ da qui che il centro destra deve partire per costruire un programma di risanamento e di rilancio del Paese e dell’economia italiana".
sabato 2 febbraio 2008
LA SFIDA DEL POLO: PRIMARIE SULLE IDEE
Considerando che non sembrano più esserci valide alternative al voto, nonostante i pur apprezzabili tentativi fatti dal presidente del Senato, Franco Marini, per evitarlo, penso che ora il vero problema sia quello di impostare una campagna elettorale che sia la più chiara ed anche la più convincente possibile. E questo per un motivo assai semplice: mesi e mesi di bizantine chiacchiere interamente dedicate a temi come quelli della riforma elettorale, di cui forse solo un cittadino su diecimila è riuscito a comprendere nessi, logiche e soprattutto contenuti, hanno annebbiato la vista e confuso ancor più le idee a quei molti milioni di elettori già da tempo tentati - e per ragioni più che motivate - di voltare le spalle alla politica.
Ecco perché mi pare indispensabile che chi si presenta ora alle elezioni debba cambiare approccio e persino, in qualche misura, anche strategie, dando prima di tutto un taglio netto alle fumisterie che hanno animato, in questi mesi, la discussione all'interno dei palazzi romani. E, parlando da semplice cittadino quale io sono, mi pare che la politica oggi debba riflettere su alcune questioni che, allo stato delle cose, ritengo fondamentali. Innanzitutto: se assolutamente non ci piove sul fatto - nemmeno Veltroni riesce ad immaginare il contrario - che il nuovo voto esprimerà un giudizio assai negativo sull'operato del governo Prodi, è anche vero però che una buona parte dell'elettorato non si accontenterà più, questa volta, di cambiare maggioranza e poi di risedersi tranquillizzato in panchina sperando che possa iniziare finalmente una stagione della politica tutta diversa dalla precedente. Questa volta all'elettore non sembrano più bastare ouverture che spesso ammantano di sia pur lodevoli suggestioni le campagne elettorale. Al contrario, prima di acquistare il biglietto al botteghino, vorrà leggere anche, da cima a fondo, il libretto dell'opera a cui dovrà assistere. Questo per dire che lo schieramento moderato che si avvia a vincere, forse addirittura a stravincere, queste consultazioni si giocherà gran parte della sua credibilità presente ma soprattutto futura proprio sui contenuti del programma che intenderà presentare all'elettore.
Ecco la grande novità che potrebbe determinare una salutare svolta nel modo di fare politica in questo paese: partiti che prima sottoscrivono tutti insieme e poi si impegnano a realizzare riforme che riguardino la costituzione e lo sviluppo dell'economia, che siano già così chiare e così ben definite da non poter poi più essere stravolte, contraddette o addirittura accantonate in corso d'opera. Io sono convinta che un approccio così pragmatico sarebbe il giusto colpo di frustra per un sistema politico che sta rischiando di perdere interi pezzi di credibilità. Che poi si potrebbe anche fare di più perché che cosa vieterebbe - ecco le "primarie" che restituirebbero vitalità intrinseca a tutto il sistema democratico - che anche il cittadino, prima ancora di andare alle urne, potesse dare il suo voto o comunque esprimere un suo vero giudizio di merito sulle riforme che vengono proposte? Ma per far questo occorre che, in campagna elettorale, non si parli più soltanto per titoli e per slogan ma si cominci a viaggiare finalmente sul binario della massima concretezza. Proposte che vengano messe sul tavolo per produrre fatti. Il centro destra guidato da Berlusconi ha tutte le carte in regola per poter fare entrambe le cose. Questa sarebbe la grande novità di queste elezioni: partiti che fanno le leggi insieme con i cittadini, una forma di partecipazione diretta che, in democrazie più moderne e vaccinate della nostra, ha già dato ottimi risultati.
MVB
Ecco perché mi pare indispensabile che chi si presenta ora alle elezioni debba cambiare approccio e persino, in qualche misura, anche strategie, dando prima di tutto un taglio netto alle fumisterie che hanno animato, in questi mesi, la discussione all'interno dei palazzi romani. E, parlando da semplice cittadino quale io sono, mi pare che la politica oggi debba riflettere su alcune questioni che, allo stato delle cose, ritengo fondamentali. Innanzitutto: se assolutamente non ci piove sul fatto - nemmeno Veltroni riesce ad immaginare il contrario - che il nuovo voto esprimerà un giudizio assai negativo sull'operato del governo Prodi, è anche vero però che una buona parte dell'elettorato non si accontenterà più, questa volta, di cambiare maggioranza e poi di risedersi tranquillizzato in panchina sperando che possa iniziare finalmente una stagione della politica tutta diversa dalla precedente. Questa volta all'elettore non sembrano più bastare ouverture che spesso ammantano di sia pur lodevoli suggestioni le campagne elettorale. Al contrario, prima di acquistare il biglietto al botteghino, vorrà leggere anche, da cima a fondo, il libretto dell'opera a cui dovrà assistere. Questo per dire che lo schieramento moderato che si avvia a vincere, forse addirittura a stravincere, queste consultazioni si giocherà gran parte della sua credibilità presente ma soprattutto futura proprio sui contenuti del programma che intenderà presentare all'elettore.
Ecco la grande novità che potrebbe determinare una salutare svolta nel modo di fare politica in questo paese: partiti che prima sottoscrivono tutti insieme e poi si impegnano a realizzare riforme che riguardino la costituzione e lo sviluppo dell'economia, che siano già così chiare e così ben definite da non poter poi più essere stravolte, contraddette o addirittura accantonate in corso d'opera. Io sono convinta che un approccio così pragmatico sarebbe il giusto colpo di frustra per un sistema politico che sta rischiando di perdere interi pezzi di credibilità. Che poi si potrebbe anche fare di più perché che cosa vieterebbe - ecco le "primarie" che restituirebbero vitalità intrinseca a tutto il sistema democratico - che anche il cittadino, prima ancora di andare alle urne, potesse dare il suo voto o comunque esprimere un suo vero giudizio di merito sulle riforme che vengono proposte? Ma per far questo occorre che, in campagna elettorale, non si parli più soltanto per titoli e per slogan ma si cominci a viaggiare finalmente sul binario della massima concretezza. Proposte che vengano messe sul tavolo per produrre fatti. Il centro destra guidato da Berlusconi ha tutte le carte in regola per poter fare entrambe le cose. Questa sarebbe la grande novità di queste elezioni: partiti che fanno le leggi insieme con i cittadini, una forma di partecipazione diretta che, in democrazie più moderne e vaccinate della nostra, ha già dato ottimi risultati.
MVB
venerdì 1 febbraio 2008
Quelle riforme affossate da Prodi e Veltroni
In politica, come a ruba mazzo, conta la tempistica, perché vince chi mette per primo sul tavolo la carta giusta. Ed eccole qui, in rapida successione, le due scene che meritano di essere ripassate in moviola da chi vuol conoscere in anticipo quale sarà con ogni probabilità l’epilogo dell’esplorazione che ora sta conducendo Franco Marini. Palazzo del Quirinale: il presidente del Senato, preceduto dallo scampanellio delle grandi occasioni, annuncia di aver accettato l’incarico, sia pur “gravoso”, di verificare l’esistenza, in Parlamento, di una maggioranza che voglia insieme con lui fare la riforma elettorale per poi dare subito uno stop alla legislatura. Ad aprile o a giugno non si sa. Ma ecco che, mentre Marini ancora parla solenne, arriva in cuffia ai telecronisti la decisione, in simultanea ed altrettanto solenne, di tutti i senatori dell’Udc di casa Casini di impiombare definitivamente questo tentativo ancor prima che esso veda la luce.
Il passaparola supera, in un lampo, il muro dei corazzieri, ma è troppo tardi perché come può ormai un Marini già ufficialmente incaricato tirarsi indietro? Del resto, chi fa opera di scavo per conoscere alcuni dei motivi che hanno portato a questo ennesimo, ma quasi certamente inconcludente, giro di tavolo, scopre magari cose che certe cronache di palazzo si guardano bene oggi dal mettere in piazza. E non c’entra nemmeno tanto il Capo dello Stato il quale, per le responsabilità che la Costituzione gli assegna, non poteva forse agire diversamente. I motivi sono altri - due soprattutto - e si intrecciano strettamente con la strategia che Walter Veltroni sta da tempo cercando di attuare e che lo scioglimento immediato delle Camere rischia ora di far saltare. Il primo è che, senza una nuova legge elettorale come quella che aveva all’inizio cominciato a tessere con Silvio Berlusconi, la sua creatura, cioè il Partito democratico, rischia non solo di non avere una sufficiente spinta propulsiva ma di perdere anche, costretto di nuovo ad affondare nei miasmi delle vecchie alleanze con l’estrema sinistra,gran parte di quella autonomia (“vado da solo”) che avrebbe dovuto essere il vero appeal elettorale della nuova formazione politica. E il fatto che almeno un terzo del Pd si sfreghi oggi le mani per questo suo insuccesso, certo non lo rincuora. Ma il secondo motivo vale quanto il primo perché Veltroni non digerisce nemmeno che a condurre la danza elettorale sia, da palazzo Chigi come presidente del Consiglio di un Governo dimissionario ma sempre in carica per gli affari correnti, proprio un personaggio come Romano Prodi, che è la causa prima del tracollo di consensi subito dallo schieramento di tutto il centrosinistra nell’arco dell’ultimo anno. Difatti, è inutile raccontarsi storie: i due ormai si odiano e per giustificabili motivi. Prodi odia Veltroni perché lo considera il vero responsabile dello sfracello della sua coalizione. E Veltroni lo ricambia della stessa moneta perché, a sua volta, lo giudica responsabile di una politica di Governo che ha fatto fuggire a gambe levate una larga fetta di elettori.
E, in più, dovrebbe fare la campagna elettorale con l’immaginetta prodiana alle spalle? Questo sì che è davvero troppo. Per Veltroni. Ma, visto che questo è lo scenario, c’è o no ancora un barlume di speranza di riformare qualcosina prima del voto? Pare proprio di no. E un diverso ragionamento rischia ormai di sciogliersi in un mare di se. Se Veltroni avesse preso il coraggio a quattro mani e avesse battuto i pugni sul tavolo al momento opportuno, quando, ad esempio, pareva essere arrivata quasi sulla pista di decollo l’intesa bipartisan su un certo progetto di riforma, allora sì che avrebbe avuto qualche chance in più. Ma, ricattato in ogni modo da Prodi, è stato costretto a fermarsi sulla soglia e i suoi tanti avversari non aspettavano proprio altro per spingerlo ancora più indietro. E se Prodi avesse abbandonato il campo un anno fa, tirando le fila della sua devastante politica, allora sì che si sarebbe messo in moto un confronto, in Parlamento, sulla riforma elettorale e forse anche su qualcos’altro. E se poi, come aveva proposto Berlusconi subito dopo questo, per la sinistra, assai claudicante risultato elettorale, Prodi avesse accettato di confrontarsi su un’ipotesi, più che motivata dai numeri, di grande coalizione... Ma Prodi questo è, e lo sa pure Veltroni. Il guaio per la sinistra è che lo sanno anche gli elettori.
Vittorio Bruno (Giornale della Libertà)
lunedì 28 gennaio 2008
«L'OBIETTIVO È IL VOTO IN APRILE»
Michela Brambilla, gli italiani inneggianti al nuovo Popolo della Libertà, che fine faranno?
«Nessuna brutta fine», risponde con prontezza. Ma in poco più di 24 ore, la 'Rossa' della Brianza ha dovuto mettere d'accordo la gioia per la caduta di Prodi al congelamento temporaneo del Pdl decretato da Silvio Berlusconi. Nonostante questo, la lady alla guida dei Circoli della libertà si prepara a una nuova fase e, da Lecco - dove ieri ha fatto tappa il pulmino del Popolo della libertà - rilancia: «Riprenderemo quel progetto in corso d'opera».
Ovvero?
«Quando saremo al governo, ma - promette - cercheremo di non ripetere lo stesso errore del Pd».
Perché, prevede una difficile coabitazione nuovo partito-premier?
«No, appunto, dico che noi staremo attenti».
Il Cavaliere è deciso: niente Pdl, alle elezioni con il simbolo del 2001.
«Non siamo irresponsabili, i tempi stretti non consentono di dedicarci, ora, al Popolo della libertà. L'obiettivo è il voto in aprile».
E la costituente del Pdl, già fissata per il 27 marzo?
«Slitterà di qualche mese».
I Circoli avranno una lista propria o confluiranno in Forza Italia?
«Lo decideremo in questi giorni. I Circoli avranno un ruolo attivo, ma non credo ci sia tempo per fare una lista autonoma».
Ma se Napolitano avviasse un governo istituzionale?
«Beh, allungando i tempi a giugno, già si potrebbe valutare meglio l'ipotesi. Però, per il bene del Paese, sarebbe meglio votare subito».
Con il centrodestra in campagna elettorale, lei sarà una delle new-entry...
«Ma io sono in campo da tempo!».
Sarebbe comunque l'esordio come candidata parlamentare.
«Non guardo ai ruoli, io ho tre priorità in testa: tagli strutturali alla spesa pubblica, liberalizzazioni (privatizzare le municipalizzate, per esempio), cambio del sistema di controllo della responsabilità negli uffici pubblici».
Formigoni sogna ancora «un Pdl in corsa da solo, come il Pd». Lei?
«Ha ragione in via teorica ma, come ho già detto, il tempo stringe».
II governatore della Lombardia teme che tornino, a parti invertite, i veti paralizzanti dei partitini...
«Io dico che servirà un contratto vincolante tra i partiti in modo che il programma elettorale possa essere portato a termine senza se e senza ma. Stavolta, infatti, dato che il centrodestra conquisterà una maggioranza amplissima, non ci sarà bisogno di un altro contratto con gli italiani, ma di un ‘contratto interno', quello sì».
Anche Fini dice: attenzione a non imbarcare tutti dalla nostra parte.
«Appunto, bisognerà condividere obiettivi, vale anche per l'Udeur».
Com'è possibile che tra Fini e Berlusconi siano venute meno tutte le distanze?
«Gli obiettivi e i valori programmatici sono sempre stati gli stessi».
Casini è recuperabile?
«Penso che, alla fine, anche lui capirà che non è possibile il miracolo: ossia l'accordo in breve tempo sulla legge elettorale».
Ipotesi 'staffetta': chi sarà il Gordon Brown di Berlusconi?
«Non funziona... C'è un solo possibile Blair e al tempo stesso Gordon Brown in Italia: Berlusconi».
Cosa pensa della vicinanza tra Veltroni e Montezemolo?
«Il leader di Confindustria mi fa girare la testa con le sue continue dichiarazioni discordanti. Credo che ormai Montezemolo rappresenti solo se stesso».
L'ha meravigliata la gazzarra scoppiata in Senato?
«Poi ci si chiede come mai gli italiani non abbiano più fiducia in questa classe politica. A proposito, vorrei aggiungere che saluto positivamente le dimissioni da governatore della Sicilia di Cuffaro. Ma avrebbe dovuto darle subito».
(da QN, Marcella Cocchi, 27/01/08
«Nessuna brutta fine», risponde con prontezza. Ma in poco più di 24 ore, la 'Rossa' della Brianza ha dovuto mettere d'accordo la gioia per la caduta di Prodi al congelamento temporaneo del Pdl decretato da Silvio Berlusconi. Nonostante questo, la lady alla guida dei Circoli della libertà si prepara a una nuova fase e, da Lecco - dove ieri ha fatto tappa il pulmino del Popolo della libertà - rilancia: «Riprenderemo quel progetto in corso d'opera».
Ovvero?
«Quando saremo al governo, ma - promette - cercheremo di non ripetere lo stesso errore del Pd».
Perché, prevede una difficile coabitazione nuovo partito-premier?
«No, appunto, dico che noi staremo attenti».
Il Cavaliere è deciso: niente Pdl, alle elezioni con il simbolo del 2001.
«Non siamo irresponsabili, i tempi stretti non consentono di dedicarci, ora, al Popolo della libertà. L'obiettivo è il voto in aprile».
E la costituente del Pdl, già fissata per il 27 marzo?
«Slitterà di qualche mese».
I Circoli avranno una lista propria o confluiranno in Forza Italia?
«Lo decideremo in questi giorni. I Circoli avranno un ruolo attivo, ma non credo ci sia tempo per fare una lista autonoma».
Ma se Napolitano avviasse un governo istituzionale?
«Beh, allungando i tempi a giugno, già si potrebbe valutare meglio l'ipotesi. Però, per il bene del Paese, sarebbe meglio votare subito».
Con il centrodestra in campagna elettorale, lei sarà una delle new-entry...
«Ma io sono in campo da tempo!».
Sarebbe comunque l'esordio come candidata parlamentare.
«Non guardo ai ruoli, io ho tre priorità in testa: tagli strutturali alla spesa pubblica, liberalizzazioni (privatizzare le municipalizzate, per esempio), cambio del sistema di controllo della responsabilità negli uffici pubblici».
Formigoni sogna ancora «un Pdl in corsa da solo, come il Pd». Lei?
«Ha ragione in via teorica ma, come ho già detto, il tempo stringe».
II governatore della Lombardia teme che tornino, a parti invertite, i veti paralizzanti dei partitini...
«Io dico che servirà un contratto vincolante tra i partiti in modo che il programma elettorale possa essere portato a termine senza se e senza ma. Stavolta, infatti, dato che il centrodestra conquisterà una maggioranza amplissima, non ci sarà bisogno di un altro contratto con gli italiani, ma di un ‘contratto interno', quello sì».
Anche Fini dice: attenzione a non imbarcare tutti dalla nostra parte.
«Appunto, bisognerà condividere obiettivi, vale anche per l'Udeur».
Com'è possibile che tra Fini e Berlusconi siano venute meno tutte le distanze?
«Gli obiettivi e i valori programmatici sono sempre stati gli stessi».
Casini è recuperabile?
«Penso che, alla fine, anche lui capirà che non è possibile il miracolo: ossia l'accordo in breve tempo sulla legge elettorale».
Ipotesi 'staffetta': chi sarà il Gordon Brown di Berlusconi?
«Non funziona... C'è un solo possibile Blair e al tempo stesso Gordon Brown in Italia: Berlusconi».
Cosa pensa della vicinanza tra Veltroni e Montezemolo?
«Il leader di Confindustria mi fa girare la testa con le sue continue dichiarazioni discordanti. Credo che ormai Montezemolo rappresenti solo se stesso».
L'ha meravigliata la gazzarra scoppiata in Senato?
«Poi ci si chiede come mai gli italiani non abbiano più fiducia in questa classe politica. A proposito, vorrei aggiungere che saluto positivamente le dimissioni da governatore della Sicilia di Cuffaro. Ma avrebbe dovuto darle subito».
(da QN, Marcella Cocchi, 27/01/08
CON IL POPOLO DELLA LIBERTÀ VERSO LE ELEZIONI
Questa non dovrà essere una crisi come lo sono state tante altre in sessant'anni di Repubblica. Se nonostante gli indegni balletti di Prodi si andasse alle elezioni - e io spero ardentemente che ci si possa andare al più presto, per il bene del Paese - non basterà dunque cambiare Governo. Bisognerà anche cambiare molto di questo sistema politico che pare arrivato anch'esso ormai al capolinea. Serve quello spirito di novità che ha affermato Silvio Berlusconi fondando il Popolo della Libertà. Non si tratta soltanto di rimettere in sesto il Paese, ma di ripristinare quei principi e quei valori di libertà e poi quei programmi di sviluppo e quei metodi di gestione della cosa pubblica che il Governo Prodi, in questi due anni, ha distrutto al punto da lasciarci in eredità soltanto macerie.
Alle elezioni il Popolo della Libertà vincerà. Ne sono convinta. E con esso otterranno importanti risultati anche tutti i partiti che oggi si riconoscono nello schieramento del centrodestra. Ma c'è una ragione di questo successo annunciato: il Popolo della Libertà rappresenta quei milioni di donne e di uomini che non chiedono solo un Governo capace, efficiente e onesto. Gli italiani che si riconoscono nel Popolo della Libertà sono quelli che vogliono opporsi a quel sentimento di sfiducia - tra cittadini e Istituzioni e soprattutto tra cittadini e politica - che in questi giorni tanti stanno documentando.
Noi lo abbiamo capito per tempo e mi auguro che altri abbiano chiara la stessa percezione: senza un cambiamento radicale del modo stesso di fare politica, c'è il rischio di ripetere gli errori che nel passato hanno fatto nascere, crescere e alimentare quell'indegna casta che ha sostituito i propri interessi a quelli dei cittadini.
Probabilmente, senza il malgoverno di Prodi, non saremmo arrivati a tanto. Ma ora è questa la realtà che abbiamo di fronte e non possiamo far finta di non vederla, oppure di sottovalutarne valenza, portata e dimensioni. E aggiungo: giusto, anzi indispensabile varare, quando ciò sarà possibile, una riforma elettorale che porti alla creazione di grandi partiti che assicurino maggiore stabilità alle Istituzioni e più ampi poteri decisionali a chi ha il compito di governare. Così come è giusto prepararsi a quelle riforme di cui il nostro Paese ha assoluto bisogno per riprendere la via dello sviluppo. Ma prima di tutto è urgente realizzare un modello di organizzazione che operi dentro la società civile, dando finalmente al cittadino tutti i poteri che, anche quando si tratta di fare politica, egli giustamente pretende e che gli vanno riconosciuti. Da quello di eleggere direttamente i rappresentanti che egli ritiene più idonei, per la loro funzione, a quello di designare direttamente le persone che devono entrare a far parte di amministrazioni e istituzioni pubbliche, per non parlare poi delle strategie e delle priorità che riguardano i programmi. Lo abbiamo detto più volte, ma vale la pena di ripeterlo: è finita l'epoca in cui l'elettore si limitava a firmare cambiali in bianco al deputato, all'assessore o al consigliere comunale di turno, per poi scomparire di scena fino alla prossima consultazione. Ora è il cittadino che vuol fare politica in prima persona, decidendo nomi, cognomi e poi anche priorità dei programmi su cui devono lavorare giunte regionali, sindaci e poi Governo centrale e Parlamento. Ecco che allora, al posto della casta politica attuale, autoreferenziale, verticistica e spesso pletorica e improduttiva, subentra una nuova classe dirigente: quella dei cittadini.
Questo è lo spirito che anima chi sta lavorando nel nostro movimento e nel Popolo della Libertà. Questo è l'obiettivo di chi, seguendo la "rivoluzione del predellino" di Silvio Berlusconi, si sta impegnando a cambiare il volto della politica. Quando gli italiani finalmente potranno tornare alle urne - e sono certa che aderiranno in massa alla proposta del Popolo della Libertà - pretenderanno il doppio impegno che ci siamo solennemente presi: quello del Governo, per risanare, gestire e poi rinnovare questo Paese, realizzando le riforme che saranno necessarie; ma anche quello di non considerare mai più i cittadini dei semplici numeri su cui contare solo al momento delle elezioni.
In Italia deve ripartire quella grande rivoluzione liberale necessaria per ridare futuro al Paese.
Michela Vittoria Brambilla
lunedì 21 gennaio 2008
Prodi alla Camera: forse chiederà la fiducia
Roma - La crisi di governo non è ancora in atto, nonostante la dissociazione pubblica di Clemente Mastella dalla maggioranza, ribadita per iscritto in una lettera a Romano Prodi. Manca l'atto formale: la comunicazione delle dimissioni del presidente del Consiglio al capo dello Stato, che non è ancora avvenuta, e non solo per il protrarsi fino a tarda notte delle riunioni di maggioranza a Palazzo Chigi. Prodi, confermano fonti parlamentari dell'Unione, vuole "parlamentarizzare" questo passaggio, presentandosi alle Camere e chiedendo una verifica della fiducia. La modalità sarebbe stata illustrata al telefono, in serata, da Prodi al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Poi, il premier ha chiamato il presidente della Camera Fausto Bertinotti e gli ha chiesto di poter rendere "comunicazioni urgenti" domattina a Montecitorio. Alla Camera era già previsto che Prodi, in veste di ministro della Giustizia ad interim prenda la parola per il dibattito sulla relazione sullo stato della giustizia redatta dall'ex ministro Clemente Mastella. Le comunicazioni di Prodi dovrebbero essere ripetute al Senato, aprendo in entrambi i rami del Parlamento un dibattito, a conclusione del quale Prodi trarrà le conseguenze, chiedendo il voto o andando al Colle a rimettere il mandato. Diversamente da quel che può apparire, è un modo per semplificare le procedure e sapere se nelle Camere esiste la possibilità di proseguire il mandato. Di solito, infatti, di fronte ad una crisi che si apre con dichiarazioni politiche rilasciate fuori dal Parlamento, il presidente della Repubblica chiamato a svolgere il ruolo di arbitro costituzionale e di garante dell'esistenza del rapporto di fiducia fra esecutivo e Parlamento, per prima cosa chiede al premier dimissionario di andare alle Camere a verificare la situazione. Napolitano si era predisposto mentalmente a ricevere la visita di Prodi già mercoledì scorso, dopo le dimissioni del ministro Mastella annunciate nell'aula della Camera e tamponate con l'interim al premier. Napolitano seguiva con attenzione gli sviluppi della situazione politica. Al Colle non sono sfuggiti altri sintomi di indebolimento della maggioranza, a cominciare dalle dichiarazioni di Lamberto Dini e dai distinguo e dalle dissociazioni di vari spezzoni della maggioranza sul caso del ministro dell'Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, messo sotto tiro al Senato con una mozione di sfiducia individuale, da votare dopodomani. Per non dire della decisione della Consulta, resa nota lo stesso giorno delle dimissioni di Mastella, di ammettere tutti e tre i referendum sulla legge elettorale, che ha ridotto gli spazi di manovra parlamentare per riformare il sistema di voto. Oggi Napolitano ha dedicato la giornata a scrivere il discorso previsto mercoledì a Montecitorio per celebrare il 60/o anniversario della Costituzione, ma ha tenuto un occhio sulla situazione del governo. Domani probabilmente dovrà dedicarvi tutta la sua attenzione. Come undici mesi fa, quando il governo Prodi inciampò al Senato in due votazioni e, dopo le consultazioni al Quirinale, fu rinviato alle Camere.
(il giornale)
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